Sessualità, esibizionismo e pornografia: ne parlo con Claudia Ska di agit-porn

Claudia_Ska_IamNakedOnTheInternet

 Claudia Ska per “I am Naked on the Internet” a cui vanno i crediti
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Ciao, Claudia. Grazie per aver accettato quest’intervista.
  1. Tu ti definisci un’“agitatrice” e curi un sito internet chiamato agit-porn. Com’è nato questo progetto?

L’idea di aprire un sito in cui parlare di sesso e pornografia è di alcuni anni fa. In partenza mi sarebbe piaciuto aprire una sorta di magazine online che fosse pop ma dove poter dare spazio a interventi anche di stampo accademico con persone specializzate, col tempo si è fatta strada l’urgenza di non raccontare tanto le cosiddette “notizie calde”, ossia le news del giorno o della settimana, ma di fare una narrazione di più ampio respiro, dove proporre delle riflessioni che non si basassero semplicemente sull’attualità. Ci tenevo inoltre che il sito fosse strutturato come uno spazio fisico, una casa aperta a chiunque e con un’area dedicata alle esposizioni, di qui l’idea di aprire al suo interno l’Open Space, curato da Gea Di Bella de La camera di Valentina.

2. Affermi di essere esibizionista e parli spesso di esibizionismo. Cosa intendi nello specifico con questi termini?

Intendo esattamente quello che significano, ossia mettersi in mostra. Per quanto mi riguarda il mio è un esibizionismo puramente estetico, fisico, carnale, mi piace essere guardata, ma quando, come e da chi voglio io, ecco perché scelgo con cura le modalità di questa pratica. Sui social e in generale su Internet il mio esibizionismo è talvolta frivolo, fine a sé stesso mentre in altre occasioni lo sfrutto per fare storytelling. Non c’è una regola. Il mio esibizionismo è un modo per dire “Guardatemi, esisto!”. Tutto sommato attirare l’attenzione delle altre persone non è così difficile, è mantenerla su di sé la vera sfida.

3. Secondo te, perché parlare, scrivere, occuparsi di sessualità suscita, per molti, imbarazzo?

Se ti dico “senso del pudore”, che significa etimologicamente “senso della vergogna”, basta? Nonostante si parli e si fruisca di contenuti a tema sessuale, siano essi educativi (o più spesso ambiscano a essere tali) o ludici (la pornografia), e nonostante la nostra epoca sia caratterizzata da quello che in Sociologia è definito come “pornification” – ossia la pervasività a più livelli e in differenti contesti di codici derivanti dalla pornografia – non si possono cancellare millenni di mortificazione del corpo e della sessualità, pertanto è diffuso provare imbarazzo e vergogna ad affrontare questi argomenti tanto nel privato quanto pubblicamente. Il sesso e ciò che a esso è connesso sono ancora grandi tabù.

4. Una recente norma firmata Pillon vorrebbe creare un filtro antiporno per tutelare i minori. La pornografia è sempre diseducativa?

Ovviamente no! Questo emendamento all’articolo 7 bis nel Decreto Legge Giustizia è scritto male sotto l’aspetto sia formale che contenutistico. È moralista e pensa di sapere cosa sia giusto e sano per le persone piccole, di fatto volendo creare un blocco per chiunque, veicolando il messaggio che la pornografia sia sempre e solo sbagliata, diseducativa e pericolosa. Anche se così fosse, non sarebbe di certo un filtro censorio a risolvere il problema ma piuttosto un lavoro educativo fatto da persone lungimiranti e di mentalità aperta, non di certo un tizio notoriamente sessuofobo e omofobo.

5. In tempi di pandemia come possiamo adattare le nostre abitudini sessuali?

Questa potrebbe essere l’occasione per sperimentare (di più) con la masturbazione, anche utilizzando dei toy. Inoltre, dato che la tecnologia è stata utile per unirci e non farci perdere di vista, perché non utilizzare dei sex toy che possano essere controllati e gestiti anche da remoto? Potrebbe rivelarsi una buona un’occasione per perdere il controllo in modo soft. Sono inoltre una grande fan del sexting, ovviamente con l’uso di alcune accortezze per farlo in modo rilassato e quanto più possibile sicuro anche con persone sconosciute. Direi che la difficoltà reale sia trovare persone con cui sia piacevole farlo.
Il sexting è come il sesso: è soddisfacente se ci sono ascolto, empatia, curiosità, disinibizione e serenità. Senza giudicare e giudicarsi. Si tratta pur sempre di relazioni, che vanno create nell’arco di una singola chat, magari, non importa. L’intesa dipende non solo dai punti in comune, dalla visione che si ha del mondo, ma anche da come ci si approccia a esso.
A chi ha la possibilità di avere accanto delle persone con cui fare sesso, suggerirei di cercare senza ossessione nuovi stimoli nel quotidiano, ponendo attenzione a gesti che non hanno apparentemente relazione col sesso.
Comprendo, e mi permetto di consigliare di non forzare la mano, se le preoccupazioni e le ansie indotte da questa precarietà sanitaria e socio-economica dovessero far calare la libido o farla assopire temporaneamente. Credo sia fisiologico anche questo aspetto e ogni persona dovrebbe trovare il proprio equilibrio a modo suo senza sentirsi sbagliata o strana.

6. Che rapporto c’è tra sessualità e femminismo intersezionale?

Premetto subito che non sono una studiosa di femminismo e quindi la mia formazione è in itinere, pertanto non vorrei dare informazioni sbagliate o poco pertinenti. Quello che sto imparando rispetto al femminismo intersezionale è che, a dispetto di quello cosiddetto radicale  o separatista, non è oltranzista e discriminatorio e soprattutto mette in relazione le oppressioni, perché sono correlate. La posizione nei confronti della sessualità è quindi aperta e curiosa.

7. C’è qualcosa che vuoi aggiungere?

Secondo me c’è da fare ancora un enorme lavoro e per farlo in maniera significativa bisogna che chiunque si metta in discussione e metta in discussione le proprie posizioni. Dobbiamo ridiscutere le premesse di molte nostre argomentazioni, perché spesso sono inficiate dal principio. Penso a temi come “sessualizzazione” e “revenge porn”, per esempio, ma anche il lavoro sessuale e in generale il concetto di mercificazione (del corpo).

 

Grazie per la disponibilità e per il tempo che mi hai dedicato.

Donatella Quattrone

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Sex toys: ne parlo con Alberto Santin, proprietario di una sexy boutique

 

Il testo ha una notte sexy in un gancio di porta(Dal web: immagine libera da diritti)

 Io: Ciao. Grazie per aver accettato quest’intervista. Tu hai una sexy boutique. Come sei arrivato a questa professione e da quanto tempo la svolgi?

 A.: Ho la sexy boutique da 23 anni, da 5 è sexy boutique, prima era il classico sexy shop con video e abbigliamento; ora il video non va più e l’abbigliamento è diventato troppo settoriale, quindi ho fatto la scelta di avere una sexy boutique e di vendere solo toys alta gamma. Ho sempre amato l’autoerotismo e la masturbazione e il suo mondo. Mi sono documentato. Ho fatto corsi e visto mostre poi ne ho fatto un lavoro.

Io: Quanto è forte il pregiudizio nei confronti dei sex toys, di chi li produce, commercializza e ne fa uso?

A.: Fortunatamente sta prendendo piede sempre più la consapevolezza del proprio corpo e con essa anche la scoperta del piacere sessuale. L’autoerotismo è una cosa normale e fortunatamente sempre più donne riscoprono il piacere di trovare una intimità verso sé stesse. I pregiudizi sono più da parte “maschile” in quanto la masturbazione viene vista ancora una “roba da sfigati”. A volte capita poi che gli stessi uomini non accettino di buon grado il fatto che le proprie compagne si masturbino da sole (se proprio deve essere almeno che ci sia io a guardare), lo vedono un po’ come un tradimento. Non ti basto io? Come ultima cosa devo dire che c’è un po’ di reticenza e vergogna da parte delle ragazze più giovani. Ma questo credo sia anche normale…

Io: Quanti tipi ne esistono? Sono adatti a tuttx o ci sono differenze per genere e/o tipologia d’uso?

A.: Di sex toys c’è un vero e proprio mondo. Si parte da quelli vaginali, i classici dildo, per poi passare a quelli clitoridei che possono essere massaggianti o di altro tipo. Ultimamente va molto il womanizer che è una specie di succhiaclitoride. Ci sono poi i toys anali. I plug in che sono fatti a forma di goccia e servono a stimolare l’ano ma anche a “giocare”. Spesso vengono inseriti nell’ano prima di masturbarsi o di avere un rapporto sessuale. Ci sono poi le palline che possono anche servire da “ginnastica vaginale” per migliorare il pavimento pelvico. Poi ci sono anche quelli radiocomandati dal partner. Vanno inseriti in vagina e lasciati li.  Sta poi al partner stesso “decidere” quando la propria partner deve avere un brivido. E molto altro ancora… Ultimamente sono usciti anche degli innovativi succhiacapezzoli che stanno riscuotendo un discreto successo…

Io: La gente, di solito, preferisce acquistarli in un negozio, magari facendosi consigliare, o su internet, senza essere visti da nessuno?

A.: Qui mi trovo ad essere l’oste che vende il proprio vino… È normale che dica in negozio. Tuttavia non ho preconcetti verso chi compra in internet. Se una persona sa bene cosa vuole. Il problema è che spesso chi compra in internet lo fa un po’ per imbarazzo se giovane o alle prime armi e un po’ per risparmiare. Sul primo discorso è ovvio che se sei “neofita” nel mondo dei toys come in ogni ambito il rischio è quello di prendere un oggetto che non soddisfa le tue esigenze e per esperienza posso dire che chi compra per la prima volta nella maggior parte dei casi rimane deluso e qui mi allaccio al secondo motivo. Purtroppo in Italia non c’è nessuna regola per quanto riguarda i materiali usati al contrario ad esempio dei giocattoli per bambini che non possono essere prodotti con plastica tossica (derivata ad esempio dal petrolio). Ecco che si potrebbe acquistare un dildo di materiale sconosciuto a rischio della propria salute. Il consiglio è sempre acquistare da siti affidabili e soprattutto da aziende leader del settore. Poi un piccolo trucco è: quando si acquista un toy annusarlo ed assaggiarlo. Se si sentono odori o sapori strani diffidare. Se proprio si vuole usarlo almeno mettere un condom al toy.

Io: Quale/i sex toy/s consiglieresti a chi si avvicini per la prima volta a questo mondo?

A.: Impossibile consigliare a chi si avvicina per la prima volta. Ogni corpo umano è diverso e reagisce alle stimolazioni, anche sessuali, in maniera diversa. C’è chi raggiunge l’orgasmo con la sola stimolazione dell’ano o dei capezzoli. Non dobbiamo confondere la sessualità con la genitalità. Il percorso per trovare piacere può essere diverso per ognuno di noi. Ci vuole tempo e conoscenze. Un vero professionista in questo può aiutare molto. E un più di venti anni in questo ho avuto molte soddisfazioni.

Io: Come riconoscere dei prodotti di qualità?

A.: È la cosa più difficile. Come già detto, purtroppo, non esiste una legislazione in merito. Chiunque può “inventarsi” produttore. Ecco nascere ad esempio quelli che io chiamo i “tupperware del sesso”. Le famose valige rosse, rosso limone etc. Riunioni a casa di amiche da fantomatiche “esperte del piacere e della salute” che magari fino alla settimana prima lavoravano per AVON o Stanhome. Non si capisce come possano avere questa professionalità. Loro diranno che fanno dei corsi e che se ci sono problemi loro hanno dei “supervisori esperti”. In realtà se si entra nel vero dettaglio e si fanno domande che esulano da quelle classiche per le quali sono preparate casca il palco. Il problema è che per la maggior parte delle “potenziali clienti” non c’è nessuna competenza. Meglio affidarsi a un professionista.

Io: Cosa fare per pulirli e conservarli correttamente?

A.: Pulirli è la cosa più semplice. Nella quasi totalità, essendo fatti di silicone o vinile o plexiglass o acciaio, basta un po’ di acqua e sapone. Ovviamente se c’è qualche componente elettronica meglio non immergere mai completamente in acqua. Evitiamo soluzioni alcoliche.

Io: Qual è la tua esperienza personale sui sex toys?

A.: Se scendiamo nel personale ti dirò che amo masturbarmi. I toys che preferisco tuttavia sono quelli che stimolano ano e perineo. Durante la masturbazione soprattutto quando sono solo mi piace molto sentire stimolato l’ano. L’importante è che il toy non sia troppo rumoroso in quanto questo un po’ mi disturba.

Io: Hai mai testato un prodotto nuovo prima di venderlo e, eventualmente, consigliarlo ax tuox clientx?

A.: La mia clientela è fatta per la quasi totalità di donne quindi potrei riferire di esperienze fatte giocando con partner, tuttavia, come già detto, ogni donna è diversa, quindi preferisco sia lei ad aprirsi a me in fatto di esigenze o esperienze passate per poter meglio consigliare.

Io: Grazie per la disponibilità e per il tempo che mi hai dedicato.

D. Q.