Attacco Usa in Siria, Trump sconfessa la sua linea. Ma l’avvertimento preventivo alla Russia conferma l’intesa con Mosca

Attacco Usa in Siria, Trump sconfessa la sua linea. Ma l’avvertimento preventivo alla Russia conferma l’intesa con Mosca

Attacco Usa in Siria, Trump sconfessa la sua linea. Ma l’avvertimento preventivo alla Russia conferma l’intesa con Mosca
Mondo
Il bombardamento della base aerea di Shayrat non rappresenta in sé un’escalation nella crisi siriana. Altrimenti metterebbe a rischio le intese che Mosca, Washington e Ankara hanno raggiunto per stabilire sul Paese, ormai in macerie, la loro personale area d’influenza. Se Russia e Cina sono state davvero informate dell’attacco, il bombardamento Usa alla base di Shayrat ha scopo puramente dimostrativo
“Quello che sto dicendo è rimanete fuori dalla Siria!”. Lo scriveva Donald Trump su twitter il 4 settembre del 2013, pochi giorni dopo l’attacco con armi chimiche nella zona di Ghouta, a Damasco, dove circa 1400 persone vennero uccise. Allora, per il presidente Barack Obama, era stata superata la linea rossa tracciata dall’ex segretario di Stato John Kerry. A quel tempo l’intervento americano non ci fu. Perché grazie alla mediazione russa si trovò un accordo per chiedere a Damasco di consegnare, sotto la supervisione di osservatori dell’Opac – l’organizzazione mondiale per la proibizione delle armi chimiche -, tutti i quantitativi di sarin stoccati nei magazzini. Quell’intesa segnò una nuova pagina per la crisi siriana che condusse l’amministrazione Obama verso un ruolo più defilato, in favore di una Russia maggiormente attiva nel contesto siriano.Con l’amministrazione Trump, che aveva criticato l’approccio di Obama nella questione mediorientale, è parso subito chiaro che gli Usa sposassero una linea non interventista, cercando con la Russia un’intesa per un coordinamento nella lotta al terrorismo. Una visione che aveva avuto risvolti politici, almeno a parole.

La settimana scorsa Nikki Haley, ambasciatrice Usa presso le Nazioni Unite, aveva affermato che “per gli Usa la rimozione di Assad non era più la priorità”. A fare da eco alle sue parole ci aveva pensato anche Rex Tillerson, segretario di Stato Usa che, durante una visita ad Ankara il 30 marzo scorso, aveva detto che “il destino di Assad sarebbe stato scelto dai siriani”.

Dichiarazioni in linea con la posizione del Cremlino che ha sempre ribadito il suo appoggio al governo di Damasco. Ed emergeva così il raggiungimento di una visione comune o almeno un cambio di rotta.

Non a caso il 7 marzo scorso ad Antalya, in Turchia, i tre capi di Stato maggiore di Usa, Turchia e Russia si erano riuniti per discutere della situazione intorno a Munbij, città siriana nel nord della Siria, dove le forze armate sostenute da questi tre paesi si erano scontrate. “C’è la volontà di creare un coordinamento efficace negli sforzi per eliminare ogni gruppo terroristico dalla Siria”, aveva dichiarato il primo ministro turco, Binali Hildirim.

Ma secondo molti analisti questo coordinamento aveva come scopo quello di creare per ogni potenza aree d’influenza sotto l’ombrello della lotta al terrorismo. Solo due giorni dopo, il 9 marzo, centinaia di marines sono entrati in Siria per combattere contro lo Stato Islamico a fianco delle ‘Forze democratiche siriane’, una formazione predominata dai curdi e sostenuta da Washington. Mentre la Turchia, in quegli stessi giorni, intensificava la sua operazione “scudo dell’Eufrate” per creare una zona cuscinetto nel nord della Siria.

Ma dopo l’attacco chimico a Khain Sheikhun il 4 aprile scorso, l’approccio americano in Siria sembra cambiare drasticamente. “Quello che ho visto ieri su bambini e neonati ha avuto un grande impatto su di me. Quello che è successo ieri è inaccettabile. Su Assad ho cambiato idea”, ha detto Trump il giorno dopo in conferenza stampa con re Abdullah II di Giordania.

Dopo l’attacco con 59 missili che ha colpito la base di Shayrat, il portavoce del Pentagono ha riferito che “i russi erano stati informati dei piani Usa per minimizzare i rischi per il personale russo e siriano presente nella base aerea”. Mentre il presidente cinese Xi Jinping, scrive la stampa, è avvisato personalmente da Trump durante il meeting in Florida.

Se Russia e Cina sono state davvero informate dell’attacco, allora il bombardamentoUsa alla base di Shayrat ha scopo puramente dimostrativo. Motivato dal desiderio di riaffermare il ruolo di Washington sullo scacchiere internazionale. Per la Cina rappresenta invece un segnale di imprevedibilità di Trump che continua a alzare i toni contro la Nord Corea, sostenuta da Pechino. Quindi Pyongyang potrebbe non essere più immune a rappresaglie Usa. Ma la cosa più importante dell’avvertimento preventivo a Cina e Russia è che l’attacco della notte scorsa non rappresenta un’escalation della crisi siriana. Perché in quel caso a rimetterci sarebbero le varie potenze che hanno raggiunto alcune intese per stabilire sul Paese, ormai in macerie, la loro personale area d’influenza.

Fonte:

Brasile, mano dura contro le occupazioni

Rio de Janeiro. Allarme Isis e repressione dei movimenti

Manifestazione a Rio

Mano dura contro le occupazioni. In Brasile, il governo ad interim di Michel Temer usa l’«allarme terrorismo» per reprimere i movimenti sociali. Almeno 50 agenti in tenuta antisommossa hanno sgomberato con violenza i manifestanti, accampati in un edificio del Ministero della Cultura a Rio de Janeiro dal 16 maggio. Nelle cariche è stato colpito anche l’ex senatore del Partito dei lavoratori Eduardo Suplicy.

Il 12 maggio, il Senato ha votato l’impeachment contro Dilma Rousseff, con 55 voti favorevoli e 22 contrari. La presidente è stata sospesa dall’incarico per 180 giorni e, da allora, i movimenti sociali l’accompagnano al grido di «Fora Temer». Secondo il presidente del Senato, Renan Calheiros, il voto finale dopo il processo dovrebbe tenersi «nella settimana del 20», probabilmente dopo la chiusura dei Giochi olimpici (che si svolgono dal 5 al 21).

Temer – che ha nominato un gabinetto di soli uomini bianchi, anziani e ricchi – sta passando la scure sui diritti: ha abolito ministeri sociali, ha licenziato, ha tagliato i programmi rivolti ai settori popolari. Un’ondata di proteste, scoppiata in oltre 18 città del paese, lo ha però obbligato a ripristinare il Ministero della Cultura. Intanto, sono apparsi chiari i contorni e gli intenti del golpe istituzionale: proteggere i suoi principali artefici dall’inchiesta per tangenti Lava Jato, la «mani pulite» brasiliana che Rousseff voleva agevolare. Gran parte dei parlamentari e dei senatori che hanno votato l’impeachment sono coinvolti nel grande scandalo per corruzione dell’impresa petrolifera di Stato, Petrobras. Per questo, diversi ministri di Temer hanno dovuto dimettersi.

Per contro, il Pubblico ministero federale ha ritenuto infondata la denuncia penale sporta nei confronti della presidente, e ha archiviato il fascicolo relativo alla cosiddetta «pedalata fiscale», un’operazioni di credito mascherata. Cade quindi il «crimine di responsabilità» che ha mosso l’impeachment: la presidente non ha truccato i conti dello Stato. Il 20 luglio, anche la sentenza del Tribunale internazionale sulla democrazia in Brasile, composto da giuristi, intellettuali, premi Nobel e anche dal Tribunale dei popoli, ha stabilito che l’impeachment costituisce un colpo di stato e deve essere considerato nullo.

Il Tribunale è stato convocato a Rio de Janeiro dalle organizzazioni Via Campesina, Fronte Brasile Popolare e Fronte di giuristi per la Democrazia. La sentenza verrà inviata al Supremo Tribunal Federal per chiedergli di «impedire la rottura dell’ordine democratico» e annullare il procedimento contro la presidente. E, negli Stati uniti, anche un gruppo di 40 deputati del Partito democratico si è diretto a John Kerry per esprimere «profonda preoccupazione per la minaccia alle istituzioni democratiche» che rappresenta l’impeachment, e ha chiesto al segretario di Stato Usa di non appoggiare il governo Temer.

Il leader del movimento brasiliano dei Sem Terra, Joao Pedro Stedile, ha dal canto suo annunciato che intensificherà le occupazioni, qualora Temer voglia vendere le terre alle multinazionali, come ha scritto la stampa in questi giorni. Stedile ha denunciato il pacchetto di riforme neoliberiste deciso da Temer e ha dichiarato che il Fronte Brasile Popolare, di cui fanno parte diversi movimenti sociali come l’Mst sta valutando la possibilità di uno sciopero generale prima della votazione finale sull’impeachment.

E mentre si moltiplicano gli allarmi sulla possibilità di cellule dell’Isis provenienti dalla città di Corrientes, in Argentina, Dilma Rousseff ha detto in un’intervista alla Jornada che l’attuale crisi del Brasile è «la peggiore dalla fine della dittatura militare», e che sui Giochi olimpici «spira un’aria contaminata».

 

 

Fonte:

http://ilmanifesto.info/brasile-mano-dura-contro-le-occupazioni/

SIRIA. SARMIN, PROVINCIA DI IDLIB: BOMBARDAMENTI CON ARMI AL CLORO

Dal blog di Asmae Dachan:

Denuncia shock da Sirmin: “Ci hanno bombardato con armi al cloro” – video

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Medici e uomini della protezione civile siriani hanno denunciato ieri mattina, attraverso i microfoni di media attivisti locali, l’ennesimo attacco con bombe al cloro sul villaggio di Sirmin, in provincia di Idlib, controllato dalle milizie Nusra. In rete sono stati diffusi foto e video che mostrano gli effetti devastanti di queste armi sulla popolazione. Secondo fonti locali indipendenti ci sarebbero più di 115 intossicati e diverse vittime, soprattutto bambini. Un’intera famiglia è rimasta uccisa per l’esplosione di un ordigno al cloro sulla propria abitazione. I medici denunciano l’impossibilità di salvare vite umane per mancanza di mezzi adeguati ad affrontare una simile emergenza.

L’opposizione siriana punta il dito contro l’aviazione militare del regime, che più volte è ricorsa ad attacchi con armi illegali e che sta bombardando la periferia di Idlib ininterrottamente da mesi.

In Siria, negli ultimi 4 anni sono state usate in diverse offensive armi chimiche come confermato anche dal OPCW – Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. L’attacco su Al Ghouta il 21 agosto 2013 costò la vita a oltre un migliaio di civili, oltre la metà dei quali bambini, colpiti all’alba con ami chimiche mentre dormivano nelle proprie case. Ancora nessun colpevole a processo.

Intanto su twitter è stato lanciato un appello denuncia al segretario americano Kerry: #KerryNoNegoWithKiller

+18 Attenzione: immagini drammatiche

 

GAZA. RAFAH SOTTO ATTACCO, COLPITA UNA SCUOLA ONU. NIENTE TREGUA, ISRAELE ANNUNCIA IL RITIRO UNILATERALE. MORTO IN BATTAGLIA IL SOLDATO GOLDIN

03 ago 2014
by Redazione

L’esercito israeliano nella notte ha confermato le voci sulla morte del militare, avvenuta venerdì nella zona di Rafah. Tel Aviv aveva accusato Hamas di averlo catturato. Il movimento islamico ha dichiarato di non sentirsi vincolato dal ritiro unilaterale israeliano. Continuano i raid dell’aviazione su Rafah, Gaza City e Jabaliya. Oltre 1732 morti e più di 9200 feriti

La casa de dirigente di Hamas, Abu Sharia, distrutta (Foto: Michele Giorgio/Nena News)

La casa de dirigente di Hamas, Abu Sharia, distrutta (Foto: Michele Giorgio/Nena News)

 

AGGIORNAMENTI:

ore 16.00 – ESERCITO ISRAELIANO: “ANCORA UNO O DUE GIORNI PER TERMINARE LA QUESTIONE DEI TUNNEL”

ore 15.00 – DAL CAIRO LA PROPOSTA DI ACCORDO DELLA DELEGAZIONE PALESTINESE: I PUNTI

Il sito di informazione israeliano Ynet News ha pubblicato i punti della proposta di accordo che la delegazione palestinese formata da Hamas e ANP avrebbe presentato al Cairo oggi:

– immediato ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia;

– eliminazione dell’assedio e apertura dei confini;

– estensione del limite di pesca di 12 miglia nautiche;

– permesso di utilizzo sa parte dei civili della buffer zone lungo il confine;

– creazione del porto e dell’aeroporto;

– ricostruzione della Striscia con aiuti internazionali;

– rilascio del quarto gruppo di prigionieri che avrebbero dovuto essere liberati nell’ambito del negoziato tra Israele e ANP;

– rilascio dei prigionieri liberati con l’accordo Shalit e arrestati durante l’operazione di ricerca dei tre coloni scomparti e rilascio dei membri del parlamento palestinese.

ore 13.50 – GRAVISSIME LE CONDIZIONI SANITARIE NELLA STRISCIA: UN TERZO DELLE STRUTTURE SANITARIE DANNEGGIATO DALLE BOMBE

Le Nazioni Unite hanno emesso un comunicato in cui avvertono del “disastro sanitario di vastissime proporzioni” a Gaza a causa dei bombardamenti: “Stiamo oggi valutando il disastro umanitario e sanitario – ha detto James Rawley dell’agenzia Onu OCHA – I combattimenti devono fermarsi subito”. Un terzo degli ospedali della Striscia (14 cliniche e 29 ambulanze della Mezza Luna Rossa) sono stati danneggiati dalle bombe, almeno 5 medici e paramedici sono stati uccisi mentre prestavano soccorso ai feriti, il 40% dello staff medico gazawi non riesce a raggiungere i posti di lavoro.

Sono oltre 9mila i feriti di cui prendersi cura, un’impresa a causa della mancanza di medicinali base e di strumentazioni e equipaggiamento, anche nei principali ospedali come lo Shifa di Gaza City che ha più volte ricevuto in questi ultimi giorni l’ordine di evacuazione da parte dell’esercito israeliano che minaccia di colpirlo.

ore 13.30 – BOMBARDAMENTI A GAZA CITY

Sono in corso bombardamenti a nord di Gaza City.

ore 12.05 – KERRY SPIATO DAI SERVIZI SEGRETI ISRAELIANI DURANTE IL NEGOZIATO

Secondo il Der Spiegel, il segretario di Stato Usa Kerry sarebbe stato spiato dal Mossad, i servizi segreti israeliani, lo scorso anno durante i negoziati tra Israele e Autorità Palestinese. Il Mossad avrebbe ascoltato le telefonate  ai leader mediorientali di Kerry sulla linea segreta. Per ora la Casa Bianca non commenta, ma il fatto potrebbe peggiorare ulteriormente i rapporti tra Tel Aviv e l’amministrazione Obama. Il giornale tedesco ha citato “diverse fonti interne ai servizi segreti” che avrebbero raccontato che “il governo israeliano ha usato queste informazioni nei negoziati”.

ore 12.00 – MINISTRI ISRAELIANI: “L’OPERAZIONE NON E’ FINITA”

Il ministro dell’Economia e quello delle Scienza Peri hanno scritto oggi su Facebook che l’operazione continua e hanno fatto appello alla società e all’esercito perché vadano avanti: “Soldati, ovunque voi siate – ha scritto Bennett – Non è finita. In questi momenti il pericolo è il compiacimento. Questo è il tempo dell’unità e del sostegno ai nostri soldati che sono ancora oltre le linee del nemico, mettendo in pericolo le proprie vite per noi”.

ore 11.30 – CHRIS GUNNESS (UNRWA): SONO ALMENO 260MILA GLI SFOLLATI NELLE NOSTRE 90 STRUTTURE

ore 11.20 – FOTO: LA SCUOLA DELL’UNRWA COLPITA A RAFAH

rafah

 

ore 11.15 – HAMAS E JIHAD ISLAMICA AL CAIRO PER COLLOQUI INDIRETTI CON ISRAELE

Una delegazione di Hamas e della Jihad islamica guidata da Ezzat al-Rishq è arrivata stamattina al Cairo da Doha per colloqui indiretti su un cessate il fuoco con Israele condotti da Egitto e Stati Uniti. Israele ha già detto che non manderà nessun delegato al Cairo. Tra i punti caldi dei colloqui, l’allentamento dell’assedio sulla Striscia e l’apertura del valico di Rafah con l’Egitto.

ore 10.45 – ALMENO 10 MORTI NEL RAID ALLA SCUOLA UNRWA DI RAFAH

Chris Gunness, portavoce dell’Unrwa ha confermato che nella scuola colpita a Rafah c’erano circa 3 mila persone. Dieci, finora, i morti e numerosi feriti.

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Diretta di ieri, sabato 2 agosto

della redazione

Gerusalemme, 3 agosto 2014, Nena News – Un ritiro unilaterale ma niente tregua con Hamas né con le altre formazioni palestinesi operanti a Gaza: questa la posizione di Israele che, al suo 27 giorno di offensiva nella Striscia di Gaza, ha deciso ieri pomeriggio nella riunione del gabinetto di sicurezza israeliano la nuova strada da seguire. Ieri l’esercito annunciava di aver distrutto quasi tutti i tunnel e che la missione sarebbe stata compiuta in un paio di giorni.  Il ritiro, secondo i media, era già in atto ieri sera, con massicci movimenti di mezzi corazzati dalle città dell’enclave palestinese verso il confine.

Alcuni media hanno visto nel ritiro dai centri urbani di Gaza un primo passo verso la rioccupazione limitata della Striscia. L’opposizione israeliana ha invece criticato la decisione del gabinetto di sicurezza israeliano: “Un ritiro unilaterale senza un accordo di cessate il fuoco – ha dichiarato oggi la portavoce del Meretz Zahava Gal-On – che dovrebbe includere un quadro per i negoziati, è un ritorno alla buona vecchia strategia di Netanyahu: un conflitto militare controllato, basta che non ci siano i negoziati di pace. Invece di rafforzare le forze palestinesi moderate, che operano nel quadro dei negoziati di cessate il fuoco che hanno messo pressione su Hamas, invece di interiorizzare che la strada verso una soluzione di Gaza passa per Ramallah, il [governo sta] rifiutando il processo diplomatico e, come tale, rafforzando Hamas piuttosto che indebolirlo”.

E’ arrivata nella notte la conferma da parte dell’esercito della morte di Hadar Goldin, il soldato che secondo Israele sarebbe stato catturato da Hamas, ma che in realtà è caduto in uno scontro a fuoco con i miliziani di Hamas nei pressi di un tunnel nella zona di Rafah, nel sud della Striscia. E proprio la zona di Rafah è stata quella più duramente colpita nei raid israeliani, che non si sono fermati nella notte e stanno continuando anche ora: questa mattina è stata bombardata un’altra scuola Onu, ma non si hanno ancora notizie di feriti o morti. Secondo fonti mediche palestinesi, sarebbero 17 i morti della scorsa notte, quattro nel bombardamento della casa della famiglia Abu Jazar e 10 in quello della casa degli Aloul. Il bilancio delle vittime è salito a 1732, mentre i feriti sarebbero oltre 9200. Tra i morti, almeno 400 sarebbero bambini, oltre 200 le donne e quasi 100 gli anziani.

GAZA: 953 I PALESTINESI UCCISI DALL’INIZIO DI “BORDO PROTETTIVO”. ARRESTATI DECINE DI ABITANTI DI KHAUZ’A DOPO INIZIO TREGUA. CISGIORDANIA: SALE A 10 IL BILANCIO DEI PALESTINESI UCCISI

26 lug 2014
by Redazione

Uccisi  18 membri della stessa famiglia a Khan Yunis, dove più intensa si è fatta negli ultimi giorni la campagna militare israeliana

khanyunis

AGGIORNAMENTI:

ore 12: 15 – Il quartiere Ash-shujaiyyah di Gaza.

Shujaiyya

ore 10:45 – SOTTO LE MACERIE 73 VITTIME. 953 I PALESTINESI UCCISI DA INIZIO OPERAZIONE “BORDO PROTETTIVO”. 

Le forze armate israeliane hanno arrestato decine di abitanti di Khauz’a dopo che è iniziata la tregua.

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diretta di ieri, venerdì 25 luglio

della redazione

Gaza, 26 luglio 2014, Nena News – E’ cominciata alle 7 italiane la tregua “umanitaria” di 12 ore approvata dal governo israeliano e da Hamas, assieme ad altre otto formazioni armate palestinesi. Pesa ancora il secco “no” che Israele ha detto ieri sera al piano per un cessate il fuoco di sette giorni proposto dal segretario di stato Usa John Kerry, quando erano in molti, anche nello Stato ebraico, a dare per certa la sua approvazione. Secondo il governo Netanyahu, l’iniziativa del capo della diplomazia americana, accoglierebbe di più le richieste di Hamas che quelle di Israele per un cessate il fuoco. In realtà l’esecutivo israeliano non vuole fermare l’offensiva militare, stando a quanto spiegano i media locali, e si prepara ad ordinare una ulteriore espansione delle operazioni di guerra.

Ciò è stato chiaro anche nelle ultime ore quando, nonostante l’imminenza della tregua umanitaria, le forze armate israeliane hanno continuato a colpire con violenza Gaza, facendo almeno 20 morti nelle ultime ore, in particolare nella zona di Khan Yunis dove è stata colpita una abitazione civile. Tra le vittime si segnalano ancora numerosi bambini. Sono oltre 850 i palestinesi, in gran parte civili, uccisi sino ad oggi. I feriti circa 5 mila.

La scorsa notte erano in piena emergenza anche all’ospedale di Beit Hanun, a nord di Gaza, raggiunto da colpi israeliani che hanno fatto alcuni feriti, tra i quali un attivista internazionale.

Nei combattimenti della scorsa notte due soldati israeliani sono stati uccisi, facendo salire il bilancio dall’inizio dell’offensiva di terra a 37.

GISGIORDANIA

E’ stata una notte di proteste e scontri, con due morti e decine di feriti tra i palestinesi, nelle città della Cisgiordania. Il ‘Giorno della rabbia’, indetto da tutti i partiti e le fazioni palestinesi, per l’eccidio in atto a Gaza e l’ultimo venerdì del mese islamico del Ramadan si è chiuso con migliaia di persone scese in strada a Betlemme, Tulkarem, Jenin, Nablus, Salfit e nei villaggio dei territori occupati.

A Beit Fajjar, vicino Betlemme, il 16enne Nasri Mahmoud Taqataqa è stato ucciso da un proiettili esploso dai soldati israeliani. A Qabatiya gli scontri con i militari hanno fatto un morto, Bassem Safi Sadeq Abu Rob, e trenta feriti. A Jenin erano almeno in 10mila alla marcia di protesta diretta verso il check point di Jalame, a nord della città.

Le manifestazioni hanno chiuso una giornata di proteste in tutta la Cisgiordania, durante la quale sono stati uccisi sei palestinesi, di cui uno da un colono a Nablus. Da giovedì notte, quando a Qalandia  sono morti due giovani nel corso di una manifestazione di almeno 10mila persone, il bilancio delle vittime del fuoco israeliano è di dieci morti. Nena News

Fonte:

NETANYAHU ACCETTA TREGUA DI 12 ORE DA DOMANI MATTINA, INTANTO CONTINUANO I BOMBARDAMENTI SU UN OSPEDALE. IL BILANCIO DELLE VITTIME SALE A 865 MORTI E OLTRE 5.730 FERITI. UCCISO UN PALESTINESE A HEBRON, UN ALTRO A BETLEMME

 Da Nena News:

AGGIORNAMENTI:

Ore 00.20 – GAZA, ANCORA BOMBE SU OSPEDALE: MEDICI E PAZIENTI INTRAPPOLATI

Le truppe israeliane si sono posizionate a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, e da prima della mezzanotte bombardano un ospedale della zona. All’interno c’è il personale medico (60 persone), tre pazienti e alcuni attivisti stranieri. Si contano diversi feriti, tra cui un cittadino svedese. La maggior parte dei pazienti sono stati evacuati.

“C’è il caos”, ha detto a Haaretz l’attivista svedese Fred Ekblad, “i soldati ci sparano direttamente e non è semplice spostare i pazienti. Siamo tutti molto spaventati”. (Haaretz)

Il bilancio delle vittime è salito a 865 morti e oltre  5.730 feriti tra i palestinesi. 35 i soldati israeliani morti. Stasera le Brigate al-Qassam hanno detto di avere ucciso 10 militari israeliani in un’imboscat a Beit Hanoun. L’esercito di Tel Aviv non ha confermato

ORE 00.05 – PALESTINESE UCCISO DA ESERCITO ISRAELIANO VICINO BETLEMME DURANTE MANIFESTAZIONE

ORE 22.45 – NETANYAHU HA ACCETTATO LA TREGUA DI DODICI ORE DA DOMANI MATTINA ALLE 7

ORE 22.40 – GAZA, MEDICI FANNO NASCERE UN BAMBINO DA MADRE MORTA SOTTO BOMBARDAMENTO. TREGUA DI 12 ORE ANCORA AL VAGLIO DEL GABINETTO ISRAELIANO PREVEDE RICERCA DEI TUNNEL “SENZA FARE FUOCO”

Il personale medico dell’ospedale di Deir al-Balah ha annunciato di aver fatto nascere un bambino da una donna morta sotto bombardamento israeliano.

Secondo i media israeliani, l’accordo sulla tregua di 12 ore ancora al vaglio del gabinetto israeliano prevede che l’esercito continui la ricerca dei tunnel a Gaza senza però farli esplodere né aprire il fuoco.

Massiccia manifestazione a Jenin, nel nord della Cisgiordania: i presenti parlano di circa 5 mila persone. Manifestazione anche a Betlemme: l’ambasciata Usa in Israele ha emesso un ordine che vieta al proprio personale di recarsi a Betlemme questa sera, oltre a un avvertimento ai propri cittadini a stare lontani dalla città vecchia di Gerusalemme per tutta la giornata di oggi.

ORE 22.15 – INCERTA LA TREGUA DI 12 ORE. DOMANI RIUNIONE DI EMERGENZA A PARIGI PER CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO. NASRALLAH APPARE IN PUBBLICO IN SOLIDARIETÀ CON GAZA

Secondo un funzionario israeliano citato da Haaretz, Netanyahu e Yaalon starebbero ancora discutendo la proposta di una mini-tregua di 12 ore formulata da Kerry dopo il rifiuto israeliano di un cessate il fuoco di 7 giorni. Intanto la Francia ha annunciato che domani ospiterà un meeting internazionale per un “cessate il fuoco immediato”: Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Italia, Qatar e Turchia hanno fatto sapere che saranno a Parigi, come anche l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea Catherine Ashton.

Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ha fatto una rara apparizione questo pomeriggio a Beirut, sul palco montato per le celebrazioni del “Jerusalem Day”, organizzate l’ultimo venerdì di Ramadan. Il capo del Partito di Dio si è affacciato da una tenda sul palco di Dahiye e ha dichiarato che “quest’anno il Jerusalem Day è dedicato alla solidarietà con la gente e la resistenza di Gaza”. “La Palestina – ha aggiunto Nasrallah – è ancora la causa più importante nel mondo musulmano”. Quella di oggi è stata la sua quinta apparizione dal vivo dal 2006, anno dell’attacco israeliano in Libano: Israele minaccia da quasi un decennio di assassinarlo.

ORE 21.40 – HAMAS TENTA DI CATTURARE SOLDATO ISRAELIANO, SALVATO DAL FUOCO DEL CARRO ARMATO. YAALON A IDF: “PREPARATEVI A ESTENSIONE OPERAZIONE DI TERRA”

L’esercito israeliano riferisce che alcuni miliziani di Hamas hanno provato a catturare un soldato trascinandolo verso un tunnel. Un carro armato ha sparato contro l’ingresso, permettendo al soldato di scappare. Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon ha detto all’esercito israeliano di tenersi pronto “alla possibilità che un’estensione dell’operazione via terra avverrà molto presto”.

ORE 21.15 – KERRY: “NETANYAHU HA APPROVATO TREGUA DI 12 ORE”

John Kerry ha dichiarato che il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha approvato un “acconto” di cessate il fuoco a Gaza: una pausa di 12 ore. Lo riferisce Haaretz.

ORE 21 – KERRY: “DIPLOMAZIA ANCORA AL LAVORO PER TREGUA DI SETTE GIORNI IN ONORE DELL’EID”

In conferenza stampa al Cairo il segretario di Stato Usa John Kerry ha detto che la diplomazia è al lavoro per tentare di far passare un accordo per un cessate il fuoco di sette giorni “in onore dell’Eid (domenica, festa della fine del Ramadan, ndr), per far avvicinare le persone in previsione di una tregua duratura”. Kerry ha dichiarato che “c’è ancora da lavorare sulla terminologia e sul contesto, ma nessuno smetterà di lavorare, perché siamo sicuri di avere un quadro che funzionerà”.

ORE 20.30 – CESSATE IL FUOCO RIFIUTATO ALL’UNANIMITÀ DA GABINETTO ISRAELIANO. ESERCITO UCCIDE UN PALESTINESE A HEBRON, ARTIGLIERIA COLPISCE OSPEDALE DI BEIT HANOUN

Un palestinese di trentadue anni è stato ucciso poco fa da militari israeliani nel campo profughi di al-Arrub a nord di Hebron.

L’Ap rivela che, secondo i media israeliani, il gabinetto israeliano ha rifiutato all’unanimità la proposta fatta da Kerry per un cessate il fuoco.

L’ospedale di Beit Hanoun è stato colpito poco fa dall’artiglieria israeliana. Secondo testimoni palestinesi pazienti, personale ospedaliero e volontari dell’International Solidarity Movement sarebbero intrappolati nell’edificio. Lo riferisce Haaretz.

Ore 19.40 – SFUMA LA TREGUA. ISRAELE DICE NO ALLA PROPOSTA DI KERRY. IL GABINETTO ISRAELIANO DISCUTE SU COME MIGLIORARE LE CONDIZIONI A FAVORE DI ISRAELE

Ore 19.30 – CHANNEL 10 DICE CHE  ISRAELE HA RIFIUTATO  TREGUA. ALTRE FONTI DICONO CHE NON C’E’ ANCORA IL VOTO DEL GABINETTO ISRAELIANO

Ore 19.00 – IN ATTESA CHE PARLI KERRY: SARÀ TREGUA?

C’è attesa per la conferenza stampa congiunta del segretario di Stato Usa, John Kerry, e del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in cui potrebbe essere annunciata una tregua tra Israele e Hamas, dopo una giornata di intenso lavoro diplomatico che ha coinvolto Egitto, Turchia, Qatar. La conferenza stampa è stata rinviata alle 19.30 italiane, al Cairo.

Una settimana di sospensione dei combattimenti a Gaza, da domenica, e colloqui tra i belligeranti. Le condizioni –disarmo di Hamas e mantenimento di truppe israeliane a Gaza- però non sono facili da accettare per il movimento islamico. Nel pomeriggio le dichiarazioni del leader e parlamentare di Hamas, Mushir al-Masri che ha detto che sul tavolo “non c’è alcun cessate il fuoco con Israele” e cha la resistenza sta “portando avanti la battaglia con saggezza”, hanno fatto vacillare le speranze di una tregua, dopo 18 giorni di combattimenti, oltre 800 morti palestinesi e 35 soldati israeliani.
Israele è finito al centro delle critiche della comunità internazionale in seguito alla strage di ieri nella scuola Unrwa di Beit Hanoun, dove i raid israeliani hanno fatto 16 morti tra i 1.500 sfollati che lì avevano trovato rifugio.

Intanto, la Bbc ha raccolto le dichiarazioni del portavoce della polizia israeliana, Mickey Rosenfeld, sulla morte dei tre ragazzi israeliani scomparsi il 12 giugno. Un omicidio che il premier israeliano Benjamin Natanyahu ha subito attribuito ad Hamas e che è stato la causa scatenante dell’offensiva su Gaza. Secondo Rosenfeld, i ragazzi sarebbero stati uccisi da affiliati di Hamas che avrebbero agito di propria iniziativa.

 

Ore 18.50 – OMS CHIEDE CORRIDOIO UMANITARIO A GAZA

GAZA: IL BILANCIO DELLE VITTIME SALE A 842 PALESTINESI UCCISI E OLTRE 4000 FERITI. CISGIORDANIA: LA RESISTENZA SI ESTENDE, DURANTE LE PROTESTE DI IERI E OGGI UCCISI 7 PALESTINESI TRA CUI UN ATTIVISTA PER I DIRITTI DELL’INFANZIA

Ultimi aggiornamenti da Nena News:

 

25 lug 2014

by Redazione

Sale il numero delle vittime gazawi dopo il bombardamento della scuola dell’UNRWA a Beit Hanoun. Ieri notte il checkpoint di Qalandiya teatro di una manifestazione di massa: 10mila i presenti, due i palestinesi uccisi, 200 i feriti. Altri tre palestinesi uccisi oggi a Nablus e Hebron.

 

Una scuola di Jabaliya rifugio agli sfollati (Foto: Alessio Romenzi  -Time)

Una scuola di Jabaliya rifugio agli sfollati (Foto: Alessio Romenzi -Time)

 

AGGIORNAMENTI:

ORE 18.45 – TEAM UNRWA NON RIESCE A FARE SOPRALLUOGO A BEIT HANOUN, GAZA

Gli ispettori dell’Unrwa, tra cui esperti di armi, oggi hanno dovuto concludere in anticipo l’ispezione nella scuola di Beit Hanoun, teatro ieri della strage (16 morti) provocata dai raid israeliani, che hanno colpito l’istituto in cui si erano rifugiate 1.500 persone.

Il portavoce dell’agenzia Onu, Chris Gunness, ha riferito che,   le Forze armate israeliane erano state avvisate del sopralluogo. Il team si è dovuto allontanare dall’edificio a causa di spari esplosi intorno alla scuola. Gunness non ha specificato chi stesse sparando.

“Torneremo a Beit Hanoun quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno”, ha detto.

Ore 18.30 – LA COMPAGNIA TEDESCA LUFTHANSA HA RESO NOTO CHE RIPRENDERÀ I VOLI DA E PER TEL AVIV SABATO

Ore 18.25 – FORZE ARMATE ISRAELIANE: 35 I SOLDATI MORTI

Ore 18.20: UNRWA: 160,487 SFOLLATI IN 83 STRUTTURE ONU

Ore 18.15– UE: INDAGINE SU MORTE DI 15 PALESTINESI IN RAID SULLE STRUTTURE ONU

L’Unione europea oggi ha chiesto una “immediata” indagine sulla morte di 15 palestinesi che si trovavano in un edificio delle Nazioni Unite bombardato dagli israeliani a Gaza.

Il portavoce della Commissione europea, Maja Kocijancic, ha esortato “le parti belligeranti a rispettare l’inviolabilità delle strutture Onu”.

17.50 – GAZA. 150.137 PALESTINESI NELLE STRUTTURE DELL’UNRWASempre più difficile la situazione a Gaza, dove sono 150.137 i palestinesi che hanno trovato rifugio nelle 84 strutture dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) presenti nella Striscia di Gaza.Sale il numero delle vittime: 842 morti e oltre 4.000 feriti. Oggi un medico che portava soccorso a Beit Hanoun è morto mentre viaggiava a bordo di un ambulanza colpita dai raid israeliani.BtZKdBxCUAA3I3MFOTO UNRWAOre 17.40 – I PALESTINESI DENUNCIANO ISRAELE ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALEIl ministro palestinese della Giustizia, Saleem Al-Saqqa, e il procuratore del tribunale di Gaza, Ismail Jabr, oggi hanno presentato una denuncia per crimini di guerra a Gaza contro lo Stato di Israele alla Corte penale internazionale (ICC) dell’Aia. Per procedere, la Corte dovrà stabilire se ha giurisdizione nell’Autorità nazionale palestinese. Usa e Israele non hanno ratificato, e Tel Aviv ha dichiarato di non voler ratificare, al trattato che istituisce l’ICC che non è un organismo dell’Onu.Ore 17.20 –CISGIORDANIA: OGGI 5 MORTI NELLE PROTESTE CONTRO ATTACO A GAZA

Un altro palestinese è stato ucciso oggi in Cisgiordania, durante le manifestazioni contro l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. Ieri due ragazzi sono deceduti nel corso della protesta a Qalandia, cui hanno partecipato tra i 10mila e i 20mila palestinesi.

Tra le vittime anche il 47enne Hashem Abu Maria che ha lavorato per la Ong palestinese Defence for Children. Gli altri morti sono: Khaled Azmi Khaled Yousef, 18, Tayeb Abu Shehada, 22, Sultan al-Zaaqiq, 30, and Abd al-Hamid Breigheth, 35.

Il 18enne Yousef è stato ucciso da un colono israeliano che ha aperto il fuoco sui manifetsanti durante una Marcia vicino alla città di Nablus. Gli altri sono stati vittime del fuoco dei soldati israeliani.

Ore 17.15 – EGITTO: UCCISI DUE MILITARI EGIZIANI NEL SINAI

Un ufficiale egiziano riferito della morte di due ufficiali nel nord del Sinai. Le vittime sono state uccise da un commando armato vicino alla città di el-Arish oggi.

Due giorni fa l’esercito del Cairo ha ucciso tre miliziani in Sinai, tra cui il fratello del presunto leader del gruppo armato  Ansar Beit al-Maqdis, legato ad al Qaeda. (AP)

Ore 16.40 – ESERCITO DICHIARA MORTO IL SOLDATO CHE HAMAS HA DETTO DI AVERE CATTURATO DOMENICA 

Le Forze armate israeliane hanno confermato il decesso del sergente Oron Shaul, dato per disperso da Israele, la cui cattura però è stata rivendicata da Hamas che ha diffuso i documenti e il numero di matricola del soldato. L’esercito ha detto che il militare è morto in combattimento domenica scorsa, ma non ha recuperato il corpo.

Ore 16.30 – AL MASRI: NESSUN CESSATE IL FUOCO. SEI MORTI IN CISGIORDANIA

Sempre più in salita la strada verso la tregua proposta da Kerry. L’agenzia palestinese Ma’an ha riferito che il leader e parlamentare di Hamas, Mushir al-Masri, ha detto che sul tavolo “non c’è alcun cessate il fuoco con Israele” e cha la resistenza sta “portando avanti la battaglia con saggezza”.

Le condizioni della tregua, tra cui il mantenimento delle truppe israeliane a Gaza, sono difficili da accettare per Hamas. Nella Striscia, però, c’è un’emergenza umanitaria. Mancano acqua e cibo. Oltre 150.000 sfollati si sono rifugiati nelle scuole dell’Onu, che però sono diventate un target militare negli ultimi giorni. I raid israeliani ieri hanno colpito la scuola di Beit Hanoun, dell’Unrwa, facendo strage tra i palestinesi ospitati nell’edificio. L’agenzia dell’Onu ha negato che all’interno dell’edificio ci fossero armi.

Intanto, ieri sera la Cisgiordania è stata teatro di proteste e scontri che proseguono anche oggi. Sei palestinesi sono stati uccisi.

Ore 16.10 – GAZA: 838 PALESTINESI MORTI

Mentre la diplomazia si muove lentamente verso un cessate il fuoco che forse potrebbe essere annunciato stasera dal segretario di Stato John Kerry, al Cairo, nella Striscia di Gaza prosegue l’attacco israeliano, come pure i lanci di razzi di Hamas verso Israele.

Il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 838 morti. Sono, invece, 33 i soldati israeliani deceduti dall’inizio dell’offensiva israeliana via terra.

Ore 16.00 – CISGIORDANIA: 4 MORTI NEL ‘GIORNO DELLA RABBIA’

Sale il bilancio dei palestinesi uccisi oggi in Cisgiordania durante le proteste contro l’attacco a Gaza. Sono quattro i palestinesi uccisi: tre da soldati israeliani e uno da un colono.

Ore 15.50 – Mustafa al-Sawaf, editore del quotidiano Al-Risale, vicino ad Hamas, ha detto che il movimento islamico sta esaminando la proposta di cessate il fuoco di Kerry, ma resta problematica la questione delle clausole che chiedono la demilitarizzazione di Hamas e la presenza delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza. Clausole difficili da accettare per il movimento islamico. (Ynetnews)

ore 15.40 – CONFERENZA STAMPA KERRY-BAN KI-MOON POSTICIPATA ALLE 20.30 (19.30 ITALIANE): FORSE ANNUNCERANNO IL CESSATE IL FUOCO. (Guardian)

ore 15.25 -IRAN. CENTINAIA DI MIGLIAIA IN PIAZZA PER GAZA

Le città iraniane si mobilitano in sostegno dei palestinesi. Come ogni anno dal 1979, l’ultimo venerdì del mese islamico del Ramadan è il giorno della solidarietà con il popolo palestinese, ma quest’anno l’attacco israeliano a Gaza ha fatto scendere in strada centinaia di migliaia di persone per partecipare alle manifestazioni organizzate dallo Stato Islamico.

A Teheran tra la folla anche il presidente iraniano Hassan Rouhani.

Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha chiesto all’Egitto il permesso di trasportare a Gaza aiuti umanitari. Zarif è in attesa della risposta del Cairo.

Stessa richiesta è stata avanzata dal governo turco a quello di Tel Aviv, che però ha negato il permesso.

ore 15.30 – INIZIATO DA UNA VENTINA DI MINUTI IL GABINETTO DI SICUREZZA DEL GOVERNO ISRAELIANO PER DISCUTERE LA PROPOSTA DI CESSATE IL FUOCO PRESENTATA DAL SEGRETARIO DI STATO USA JOHN KERRY.

ore 15.20 – ANCORA UN MORTO IN CISGIORDANIA: UCCISO DAI SOLDATI ISRAELIANI UN 47ENNE PALESTINESE A BEIT UMMAR, TRA HEBRON E BETLEMME. TRE MORTI OGGI

ore 14.45 – A NABLUS UCCISI DUE GIOVANI PALESTINESI. FATAH FA APPELLO AL “GIORNO DELLA RABBIA”

Sono morti due dei quattro manifestanti feriti da un gruppo di coloni che hanno aperto il fuoco da un’auto a Hawwara, vicino Nablus. I loro nomi: Khaled Azmi Oude, di 18 anni, e Tayeb Mohammad Saleh Shade, 25 anni.

Fatah e altre fazioni palestinesi hanno chiamato il popolo della Cisgiordania a protestare ovunque, nel “giorno della rabbia” per il massacro in corso a Gaza. Tace il presidente Abbas che da Amman fa solo appello ai palestinesi perché donino sangue da inviare gli ospedali di Gaza e Cisgiordania.

ore 14.00 – MINISTRO ESTERI TURCO INCONTRA MESHAAL IN QATAR PER DISCUTERE DELLA TREGUA

Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, è volato a Doha dove incontrerà il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, per discutere della proposta statunitense di tregua a partire da domenica. Secondo Channel 10, emittente israeliana, Netanyahu ha accettato la tregua e farà pressioni sul gabinetto di sicurezza perché accetti.

ore 13.45 – COLONO SPARA CONTRO MANIFESTANTI

Un colono ha aperto il fuoco contro manifestanti in marcia a Nablus, 4 feriti.

ore 13.30 – BAMBINO DI 5 ANNI UCCISO DA UN CECCHINO

La giornalista Noor Harazeen ha scritto su Twitter che il cuginetto Walid, di 5 anni, è stato ucciso da un cecchino israeliano a Shayajie.

ore 13.10 – SOLDATO ISRAELIANO UCCISO DA FUOCO AMICO

Oggi a Gaza è morto un altro soldato israeliano, il sergente Yair Ashkenazy, di 36 anni di Rehovot. E’ stato ucciso da fuoco amico durante un’operazione a nord della Striscia.

ore 13 – HAARETZ: “A BREVE CONFERENZA STAMPA DI KERRY AL CAIRO, FORSE PER ANNUNCIARE CESSATE IL FUOCO”

Un giornalista di Haaretz, Barak David, citando fonti diplomatiche, ha detto che il segretario di Stato Usa Kerry a breve terra una conferenza stampa al Cairo con il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, e rappresentanti delle Nazioni Unite per annunciare il cessate il fuoco”.

ore 12.50 – GABINETTO DI SICUREZZA ISRAELIANO POSPOSTO ALLE 14 ITALIANE

ore 12.10 – SCONTRI IN CORSO A GERUSALEMME. INIZIATI I FUNERALI DI UNO DEI GIOVANI UCCISI IERI A RAMALLAH

Sono in corso scontri intorno alla Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme, dopo che le autorità israeliane hanno bloccato l’ingresso alla Spianata agli uomini sotto i 50 anni, per la preghiera dell’ultimo venerdì di Ramadan. Un giovane palestinese è stato gravemente ferito da un proiettile di gomma. Anche la notte appena trascorsa è stata una notte di scontri: la polizia ha lanciato gas lacrimogeni, granate stordenti, proiettili di gomma e acqua chimica contro i manifestanti, ferendone almeno 40. Quaranta anche i palestinesi arrestati, ha detto il portavoce della polizia Rosenfeld.

Sono in corso i funerali di uno dei giovani uccisi ieri a Ramallah, Mohammed Al Araj. Si temono scontri.

ore 12.00 – LA BATTAGLIA DI QALANDIYA NEI TWEET DEL GIORNALISTA STATUNITENSE JONATHAN MILLER DI CHANNEL 4: PALLOTTOLE ISRAELIANE CONTRO BIGLIE LANCIATE CON LE FIONDE

Tweet di Jonathan Miller da Qalandiya, Ramallah

Tweet di Jonathan Miller da Qalandiya, Ramallah

 

ore 11.45 – HAMAS: “MISSILI VERSO L’AEROPORTO DI TEL AVIV”

Le Brigate Al Qassam hanno dichiarato di aver lanciato tre missili M75 contro l’aeroporto di Tel Aviv e di averlo colpito. Nei giorni scorsi le autorità aeree europee e statunitense avevano bloccato i voli di linea verso il Ben Gurion, per poi riprenderli ieri dopo due giorni di stop.

ore 11.30 – IL VALICO DI KEREM SHALOM APERTO

Oggi il valico di Kerem Shalom resterà aperto per permettere l’ingresso di aiuti umanitari, carburante e bombole di gas per usi domestici dentro Gaza. Lo ha fatto sapere il Ministero degli Interni palestinesi, sottolineando che in genere il venerdì e il sabato è chiuso.

ore 11.00 – COLPITI L’EDIFICIO DEL MINISTERO DELLA SICUREZZA DI HAMAS E L’UFFICIO MILITARE DI THABET

Secondo l’esercito israeliano, durante la notte sono stati bombardati la sede del Ministero della Pubblica Sicurezza di Hamas e l’ufficio militare di Raad Thabet, leader del braccio armato.

ore 10.40 – BILANCIO DELLE VITTIME SALE A 815, STERMINATA LA FAMIGLIA DI UN LEADER DELLA JIHAD ISLAMICA

Da mezzanotte ad ora sono stati uccisi 16 gazai, facendo salire il bilancio a 815 morti, secondo il Ministero della Salute. Oltre 5.240 i feriti. Nella notte l’esercito israeliano ha colpito la casa di Salah Ahmad Abu Hasanin, leader delle Brigate Al Quds della Jihad Islamica, uccidendolo insieme a tre dei suoi figli, il 15enne Abd al-Aziz, il 12enne Hadi e Abd al-Hadi, 9 anni.

A Deir al-Balah, una donna di 23 anni, Shayma Hussein Abd al-Qader Qannan, è rimasta uccisa nel bombardamento della casa della famiglia al-Sheikh Ali. Era incinta, ma i medici sono riusciti a salvare il suo bambino.

ore 10.15 – TREGUA DA DOMENICA PROPOSTA DA JOHN KERRY

Il segretario di stato John Kerry ha presentato alle parti una proposta che prevede, da domenica, una tregua temporanea di una settimana durante le quale Israele e Hamas comincerebbero a negoziare al Cairo su punti di sicurezza, economici e politici, per un accordo duraturo. Tuttavia durante la tregua proposta da Kerry  le forze israeliane non lascerebbero del tutto la Striscia di Gaza, uno dei punti piu’ contestati da parte palestinese.  Gli Stati Uniti, il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon e l’Unione Europea si farebbero garanti con entrambe le parti che i negoziati riguarderanno temi essenziali: per Israele, il disarmo di Gaza e la distruzione dei tunnel, per Hamas, la fine del blocco di Gaza e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subito durante le devastanti offensive militari israeliane.

 

ore 10 – IL GOVERNO ISRAELIANO DISCUTE DELLA TREGUA

Oggi il gabinetto di sicurezza israeliano si incontra per discutere della proposta di tregua del segretario di Stato Usa John Jerry.

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Diretta di ieri – Giovedì 24 luglio

dalla redazione

Gerusalemme, 25 luglio 2014, Nena News – Il popolo gaawi entra nel 18esimo giorno di bombardamenti costretto a piangere 805 morti, 5.200 i feriti secondo il Ministero della Salute. Nella notte è salito il bilancio, dopo il bombardamento della scuola dell’Unrwa a Beit Hanoun, dove hanno perso la vita 16 persone, almeno 200 i feriti. E mentre Israele tenta di giustificare un’azione gravissima – colpire una struttura dell’Onu dove si stavano rifugiando 1500 persone – i portavoce dell’agenzia Onu tornano a dire di non aver ricevuto alcun avvertimento da parte delle autorità militari e di aver più volte segnalato la presenza di sfollati nel loro edificio.

gaza

In queste ore sono ripresi i bombardamenti anche a Gaza City, mentre le zone di Shajaye e Zeitun si svuotano: centinaia le persone in fuga, molte accolte nella chiesa ortodossa di San Porfirio, come si vede nella foto di Michele Giorgio.

Nelle stesse ore a infiammarsi era anche la Cisgiordania e Gerusalemme: tutta a parte est della Città Santa è scesa in piazza nella notte che precede gli ultimi giorni di Ramadan, Leylat al-Qard (La notte del destino). Una notte importante per i musulmani, trascorsa a pregare e a leggere il Corano. Per i palestinesi la notte del destino dovrebbe essere trascorsa nella moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme, ma le restrizioni imposte dall’occupazione israeliana non permettono più di farlo. E oggi la notte del destino arriva mentre Gaza è sotto attacco.

Così ieri da Shuafat a Silwan, da Wadi al-Joz a At-Tur scontri con le forze di polizia, che hanno lasciato feriti 5 poliziotti a causa del lancio di fuochi d’artificio; 39 palestinesi sono stati arrestati.

Scene da Intifada a Qalandiya, tra Ramallah e Gerusalemme. Ieri il gruppo 48ThosandMarch ha organizzato un marcia verso Gerusalemme, partita alle 21.30 dal campo profughi Al Amari di Ramallah. Migliaia di persone hanno partecipato, chi dice 10mila che 20mila. I ragazzi hanno lanciato molotov e pietre, incendiato copertoni e attaccato i simboli dell’occupazione in uno dei peggiori checkpoint della Cisgiordania, quello di Qalanidya.

qlanadiya

L’esercito si era preparato prima chiudendo alcuni accessi alla città, per poi rispondere con il lancio di gas lacrimogeni, proiettili di gomma, granate stordenti, ma soprattutto pallottole vere: due giovani sono stati uccisi, Mohammad Al Araj, 19, and Majed Sufian, 27; oltre 200 i feriti, di cui circa 10 in gravi condizioni. Le ambulanze hanno fatto la spola da Qalandiya all’ospedale governativo di Ramallah fino a notte inoltrata. Secondo l’esercito i due palestinesi uccisi avrebbero sparato con i kalashnikov contro i soldati.

Sul piano diplomatico, secondo quanto riportato da fonti statunitensi, il segretario di Stato Usa Kerry ha proposto un piano in due fasi per fermare l’operazione contro Gaza: una settimana di tregua a partire da domenica durante la quale partano i negoziati veri e propri sui vari aspetti, economici, politici e di sicurezza tra Hamas e Israele, alla presenza di attori internazionali. La proposta sarebbe in fase di discussione: Israele vorrebbe mantenere la presenza militare dentro Gaza durante la tregua di una settimana, possibilità che Hamas non accetta insistendo di volere l’assicurazione di un serio allentamento del blocco contro la Striscia come precondizione al dialogo. Nena News

 

La marcia di ieri a Ramallah

La marcia di ieri a Ramallah

Fonte:
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Vedi anche il seguente articolo di Radio BlackOut:

luglio 25, 2014 in Hot News

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Palestina, notte di rivolta nella west bank, a Gaza mattinata di bombe e resistenza
La notte appena trascorsa potrebbe segnare un momento di svolta nello scenario mediorientale. Non si vedevano cortei così dalla seconda intifada, quella del 2000, commentano le tv arabe. E’ infatti stata una notte di guerrigilia in tutti i territori, a decine di migliaia hanno infatti partecipato alla cosidetta 48March che si è snodata in ogni centro cittadino dei territori di cisgiordania dirigendosi verso i checkpoint e il muro dell’aprthaid che divide i palestinesi dall’occupazione israeliana. Gli scontri più pesanti sono stati a Qalandya, nel sobborgo che divide Ramallah da Gerusalemme, dove oltre 10.000 persone hanno sfilato sino al checkpoint dove sono scoppiati scontri violentissime con i soldati israeliani che hanno risposto sparando sulla folla. Folla che per ore ha combattuto con fionde e molotov, innalzando barricate e sparando fuochi d’artificio per tenere a distanza le truppe israeliane. Proprio a Qualandya ci sarebbero stati i primi due morti, uccisi per colpi da arma da fuoco, mentre altri due sarebbero in fin di vita nell’ospedale di Ramallah. Si parla di oltre 100 feriti, di cui moltissimi per ferite provocate da proiettili. Quello che si è consumato ieri notte è comunque un segnale determinante, alla vigilia dell’ultimo venerdì di Ramadan, e forse davvero la parola Intifada non è solo un hastag che ieri sera impazzava nel mondo arabo che seguiva costantemente quanto stava accadendo, da Betlemme ad Hebron, dalla città vecchia di Gerusalemme sin dentro lo mosche di Al Aqsa, dove la polizia israeliana aveva vietato l’ingresso agli uomini con meno di 50 che si sarebbero recati per la preghiera serale. L’ennesima provocazione orribile dello stato occupante.
A Gaza invece ieri è stata la giornata della strage della scuola dell’Onu. Almeno 17 le vittime, fra cui molti bambini, circa 200 i feriti secondi fonti mediche. La scuola dell’Unrwa -agenzia ONU per i rifugiati, era utilizzata come riparo dagli abitanti di Beit Hanun, a nord della Striscia, costretti ad abbandonare le lora abitazioni con l’ingresso delle truppe israeliane. Stamattina ancora bombe sulla striscia, il conto dei morti è salito a 818. Per domani nuovi cortei in tutto il mondo, in risposta all’appello dei “giovani palestinesi nel mondo” in sostegno alla popolazione palestinese e la sua resistenza, che passa dalla mobilitazione internazionale boicottaggio di Israele.

Ascolta la diretta con Bilal sulla notte di rivolta ieri nella westbenk e il suo appello alla solidarietà internazionale

 

 

Fonte:

 http://radioblackout.org/2014/07/dalla-cisgiordania-la-resistenza-non-si-estende/

SALE A 198 IL BILANCIO DELLE VITTIME PALESTINESI. DIRETTORE DELL’OSPEDALE AL-WAFA RICEVE CHIAMATA DA ISRAELE: “DISTRUGGIAMO ENTRO DOMATTINA”

15 lug 2014
by Redazione


Gaza

Giorno 7 – lunedì 14 luglio

Giorno 6 – domenica 13 luglio

Giorno 5 – sabato 12 luglio

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 10 luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ore 01.00 – BOMBE SU RAFAH: 2 MORTI E 4 FERITI. BILANCIO SALE A 198 VITTIME

AGGIORNAMENTO ore 00.00- ABBAS AL CAIRO DOMANI PER PARLARE DELLA TREGUA. OLP: “IL CESSATE IL FUOCO IGNORA HAMAS”

Il presidente dell’ANP Abbas andrà domani al Cairo per incontrare il presidente egiziano Al-Sisi e discutere dell’implementazione della tregua. Poi andrà in Turchia, dove vedrà il premier Erdogan.

Dall’OLP si alzano però voci contrarie al cessate il fuoco. Al quotidiano israeliano Haarezt un leader dell’OLP ha criticato l’azione dell’Egitto e di Abbas “perché ignora Gaza. I leader di Hamas si sono sentiti umiliati perché la proposta è stata resa pubblica senza consultarli sui contenuti”.

AGGIORNAMENTO ore 23.30 – DIRETTORE DELL’OSPEDALE AL-WAFA RICEVE CHIAMATA DA ISRAELE: “DISTRUGGIAMO ENTRO DOMATTINA”

Il direttore dell’ospedale Al Wafa di Gaza City, il dottor Al Aishi, ha ricevuto una chiamata dall’esercito israeliano in cui si intima l’evacuazione della struttura che “sarà distrutta entro domattina”.

Dati sui feriti: quasi 1.400 di cui il 35% bambini secondo quando riferisce Tommaso Fabbri, capo missione di Medici Senza Frontiere nella zona.

 

AGGIORNAMENTO ore 23 – ORDINE DI EVACUAZIONE A GAZA CITY

L’esercito israeliano ha intimato alla popolazione residente a Nord della Striscia e nei quartieri di Zeitoun e Shayaja a Gaza City di evacuare le proprie case entro domattina. Lo stesso ordine è arrivato agli internazionali che si trovano in questi giorni dentro l’ospedale di riabilitazione Al Wafa. Si temono pesanti bombardamenti su una delle aree più popolate di Gaza.

 

AGGIORNAMENTO ORE 22.30 – DUE PALESTINESI UCCISI E NUMEROSI FERITI A RAFAH DOPO UN RAID ISRAELIANO, IL BILANCIO E’ DI 196 MORTI

 

AGGIORNAMENTO ORE 22 – HAMAS, TESTIMONI: “ABBATTUTO DRONE ISRAELIANO”, IL SECONDO OGGI

La contraerea di Hamas avrebbe abbattuto un drone israeliano nel pomeriggio di oggi nel centro della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia turca Anadolu citando testimoni. Poche ore fa la notizia era stata data dall’emittente di Hamas al-Aqsa Tv. Si tratterebbe del secondo drone israeliano abbattuto nella giornata di oggi, il quarto dall’inizio dell’offensiva israeliana “Barriera protettiva”.

AGGIORNAMENTO ORE 21 – NETANYAHU: “HAMAS NON CI LASCIA ALTRA SCELTA CHE ESPANDERE L’OPERAZIONE”. INCOGNITA SULL’INVASIONE VIA TERRA

“Se non c’è il cessate il fuoco, c’è il fuoco”. Sono le parole del premier israeliano Netanyahu al termine della riunione di gabinetto di questa sera, che ha spiegato che dato che Hamas ha rifiutato la tregua proposta dall’Egitto, Israele è costretto a intensificare le operazioni militari. Al-Jazeera riferisce che ancora non ci sono dettagli su un’eventuale operazione via terra e aggiunge che Netanyahu ha implicitamente criticato le chiamate alla rioccupazione di Gaza fomentate dal proprio ministro degli Esteri Avigdor Liebermann bollandole come “rumori di sottofondo”. Intanto Netanyahu ha rimosso il vice ministro degli Esteri Danny Danon dal suo incarico: Danon si era pubblicamente schierato contro la decisione del governo di accettare il cessate il fuoco proposto dall’Egitto.

AGGIORNAMENTO ORE  19.20 – L’Agenzia Reuters riferisce della prima vittima israeliana da quando è iniziata l’offensiva ‘Barriera Protettiva’ contro Hamas a Gaza. Si tratta di un civile ucciso da un razzo caduto nei pressi del valico di Erez. Sinora i lanci di razzi dalla Striscia avevano provocato soltanto feriti. Intanto, è salito a 193 il bilancio dei morti a Gaza. L’ultima vittima è un uomo di 77 anni morto oggi pomeriggio nei raid su Khan Yunis, nella zona meridionale della Striscia.

Stasera a Gerusalemme si è verificata un’altra aggressione di estremisti ebrei ai danni di un avvocato palestinese, la signora Sanaa Dweik, in compagnia di una cliente a Deir Yassin. Gli aggressori hanno spruzzato spray al peperoncino mentre le due vittime entravano in auto all’esterno di un tribunale di Gerusalemme ovest.

AGGIORNAMENTO ORE 18.00 – Il ministro palestinese della Sanità, Jawad Awad, ha annullato la sua visita all’ospedale Shifa di Gaza City, dopo essere stato accolto da un gruppo di manifestanti irati al suo arrivo dall’Egitto, attraverso il valico Rafah, che da quando è iniziata l’offensiva israeliana ‘Barriera Protettiva’, è stato quasi sempre chiuso.

La folla ha lanciato scarpe e uova contro la macchina su cui viaggiava Awad. Altri manifestanti si  sono radunati davanti all’ospedale di Shifa, brandendo striscioni contro il governo tecnico insediatosi lo scorso 2 giugno, dopo l’accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah. La gente ha criticato Awad per avere aspettato otto giorni prima di recarsi nella Striscia, sotto il fuoco israeliano dall’8 luglio.

La tenuta dell’accordo è messa duramente alla prova dall’offensiva israeliana. Il movimento islamico non ha commentato l’accaduto, ma Mussa Abu Marzuq, membro dell’ufficio politico in esilio, ha condannato l’incidente sulla sua pagina Facebook.

AGGIORNAMENTO ORE 17.30 – Un uomo di 77 anni è morto in un raid e altre nove case sono state colpite dai missili israeliani. Le Forze armate israeliano hanno riferito di avere colpito trenta obiettivi dalla ripresa dei bombardamenti.

AGGIORNAMENTO ORE 17.00 – La distruzione provocata dai raid israeliani su Gaza è “immensa”, ha detto il portavoce dell’Unrwa, Sami Mshasha. Secondo i dati raccolti dall’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare. Sono state distrutte completamente 560 case e migliaia di edifici sono stati danneggiati, tra cui 47 strutture dell’Unwra.

Gli sfollati sono almeno 17.000 e in migliaia si sono rifugiati in venti scuole dell’agenzia. La Croce Rossa internazionale, ha parlato dei danni alle strutture di rifornimento dell’acqua e nei prossimi giorni l’intera popolazione della Striscia rischia di non avere più accesso all’acqua. Nei bombardamenti degli ultimi otto giorni sono stati uccisi anche diversi tecnici del Comune e sarà difficile riuscire a riparare i danni e a garantire il rifornimento ala popolazione, in parte già tagliata fuori dalle forniture elettriche.

AGGIORNAMENTO ORE ore 15:40 LIEBERMAN: “BISOGNA TERMINARE LA MISSIONE SOLO QUANDO TZAHAL CONTROLLERA’  TUTTA LA STRISCIA”. 

Nel corso di una conferenza stampa il Ministro degli Esteri israeliano e leader del partito di estrema destra Yisrael Beitenu, Avigdor Lieberman, ha dichiarato poco fa: “il mondo deve incoraggiarci ad andare fino in fondo. Bisogna terminare la missione solo quando Tzahal [acronimo per Esercito di difesa d’Israele, ndr] controllerà tutta la Striscia”. Secondo il Ministro, infatti, anche se le due parti dovessero giungere ad un cessate il fuoco, resteranno immutate le condizioni per l’inizio di un “nuovo round”. “E’ evidente – ha aggiunto Lieberman – che durante il periodo di calma Hamas continuerà a fabbricare altri razzi e a contrabbandare altro materiale esplosivo”

 

AGGIORNAMENTO ORE 14:55  RIPRENDONO I RAID ISRAELIANI

L’esercito israeliano ha ripreso poco fa i raid aerei slla Striscia di Gaza interrotti stamani alle 9 dopo che il Gabinetto di Sicurezza aveva accettato la proposta di coprifuoco presentata dall’Egitto.  Fonti palestinesi sostengono che gli attacchi israeliani si stanno concentrando nel campo profughi di al-Burj e a Khan Yunis. Anche durante il periodo di calma è stato registrato almeno un attacco nell’area orientale della città di Gaza.

Il comandante israeliano del fronte meridionale, il capitano Sami Turjeman, ha detto al quotidiano Haaretz che “alla luce del continuo lancio di razzi  da parte di Hamas verso il territorio israeliano, agiremo con forza. Hamas ha iniziato la battaglia e si è fatta del male. Non abbiamo ancora utilizzato tutto il nostro potenziale e, se richiesto, lo useremo.  E’ ancora troppo presto per terminare questa operazione”.

L’esercito sostiene che dalle 9 alle 15 sono stati sparati più di 40 missili dalla Striscia.

AGGIORNAMENTO ORE 13:30  DA STAMATTINA CHIUSO VALICO DI EREZ

Stamattina Hamas ha chiuso il valico di Erez a causa dei bombardamenti israeliani. “Erez resterà chiuso finché non otteniamo rassicurazioni internazionali che non verrà più bombardato da Israele” ha detto un ufficiale del movimento islamico a News 24. Bloccato un gruppo di 20 palestinesi che sarebbe dovuto entrare nello stato ebraico per sottoporsi a cure mediche.

AGGIORNAMENTO ORE 13:00 ABU MAZEN DOMANI AL CAIRO. MINISTRO INTERNI ISRAELIANO CONVOCA UN VERTICE CON TUTTI I MEMBRI DEL GOVERNO.

Il Segretario di Stato americano, John Kerry, ha detto che “la proposta egiziana di cessate il fuoco è una buona occasione per fermare la violenza e far tornare la calma. Accolgo con piacere la decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano di accettare l’iniziativa del Cairo e invito tutte le parti a comportarsi in modo simile”.

Secondo la stampa egiziana il Presidente palestinese Abu Mazen domani sarà al Cairo ed incontrerà al-Sisi.

Il Ministro degli Interni israeliano, Gideon Sa’ar, ha chiesto di convocare una riunione di tutti i membri del governo per discutere la proposta egiziana di cessate il fuoco-

La notizia di una fine dei raid aerei israeliani a Gaza, diffusa dall’Agenzia palestinese Ma’an un’ora fa, è stata subito smentita. Mezz’ora fa l’aviazione israeliana ha colpito un campo agricolo nel quartiere al-Sha’af ad est della città di Gaza.

Sul versante israeliano un soldato israeliano è stato ferito leggermente dai frammenti di un razzo sparato verso Sderot. Il sistema Iron Dome ha intercettato due missili indirizzati verso Ashkelon e Rehovot. Le sirene sono tornate a suonare ad Ashdod, Rishon LeTzion, Rehovot, Tel Aviv e Afula (non molto lontano da Nazaret). Secondo l’esercito israeliano dalle 9 di stamattina sono stati sparati 35 missili dalla Striscia di Gaza verso Israele

AGGIORNAMENTO ORE 12:20 AGENZIA MA’AN: “ISRAELE HA SOSPESO ATTACCHI SU GAZA”

Secondo l’Agenzia palestinese Ma’an, l’esercito israeliano ha detto di aver sospeso i suoi attacchi su Gaza. Al momento la notizia non trova conferma sui media israeliani.

AGGIORNAMENTO ORE 11:50  HAMAS: “NON SIAMO STATI CONSULTATI SULL’INIZIATIVA EGIZIANA DI CESSATE IL FUOCO”

Il portavoce di Hamas, Abu Zuhri: “non siamo stati consultati sull’iniziativa egiziana che abbiamo appresa solo dai mezzi di comunicazione. La rifiutiamo. Non capisco dove sia il vantaggio se viene eliminata la resistenza [palestinese, ndr] mentre l’aggressione [l’attacco di Israele, ndr] continua”.

Colpite due case ad Ashdod da un missile sparato dalla Striscia di Gaza. Le sirene sono suonate ad Eshkol, Ashkelon, Rehovot e Nes Tziona, Wadi Ara. Non si segnalano danni né feriti.

AGGIORNAMENTO ORE 11:30  NETANYAHU: “SE HAMAS NON RISPETTA IL CESSATE IL FUOCO, INASPRIREMO L’ATTACCO”

Prima di iniziare l’incontro con il Ministro degli Esteri tedesco, il Premier israeliano Netanyahu ha dichiarato: “se Hamas non accetterà il cessate il fuoco, inaspriremo l’attacco”.  Il Primo Ministro ha poi aggiunto: “abbiamo risposto positivamente alla proposta egiziana di cessate il fuoco per dare una possibilità alla Striscia di Gaza di essere privata dei razzi”. Tuttavia, ha avvertito, “se Hamas continuerà a sparare avremo tutta la legittimità internazionale per intervenire”.

 

AGGIORNAMENTO ORE 10:45  DA STAMATTINA CINQUE PALESTINESI UCCISI, 192 DALL’INIZIO DELL’OPERAZIONE “BORDO PROTETTIVO”. 

Cessate il fuoco più o meno vicino, a Gaza si continua a morire. Ashraf al-Qudra, portavoce del Ministero della Sanità palestinese a Gaza, ha affermato che  Sulayman Abu Luli (33 anni), Bushra Khalil Za’rab (53) e ‘Ata al-’Umur (58) sono stati uccisi nel raid aereo compiuto dall’aviazione israeliana a Khan Yunis. Sono 192 le vittime palestinesi  dall’inizio dell’Operazione “Bordo protettivo”. Più di 1400 i feriti.

AGGIORNAMENTO ORE 10:15   POSTICIPATA LA VISITA DI KERRY AL CAIRO PREVISTA PER OGGI

E’ stata posticipata la visita del Segretario di Stato statunitense John Kerry al Cairo che era annunciata oggi.

La destra radicale israeliana critica con toni aspri la decisione del Gabinetto di Sicurezza di approvare il cessate il fuoco proposto dagli egiziani. Il Ministro della Casa e dell’Edilizia, Uri Ariel, ha giudicato la scelta del Gabinetto “un errore strategico”. Favorevole il partito laburista. “Accolgo con favore l’iniziativa egiziana perché riporterà il silenzio tra i cittadini del sud d’Israele”. ha dichiarato il leader di HaAvoda Itzhak Hertzog. “Speriamo – ha aggiunto – che Hamas la rispetterà”.

Intervistato dalla rete panaraba al-Mayadeen, un leader di Hamas ha affermato che “nessuno finora ha discusso con noi o con la Jihad l’iniziativa egiziana”.

 

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della redazione

Gaza, 15 luglio 2014, Nena News – Le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, rifiutano la proposta egiziana di cessate il fuoco, che definiscono una “resa”, e  minacciano di “inasprire” ulteriormente il conflitto con Israele. Il passo segue la posizione  presa nel corso della notte dalla leadership politica del movimento islamico contraria a una tregua senza un accordo complessivo. Si raffreddano perciò le speranze dei tanti di coloro che avevano auspicato l’accoglimento immediato dell’iniziativa egiziana che prevede l’avvio di trattative per un accordo complessivo entro 48 dall’inizio della tregua.

  Proprio oggi al Cairo arriva il segretario di Stato americano John Kerry per discutere  i punti del cessate il fuoco con il suo omologo egiziano Sameh Shukri.

Il secco no di Hamas è stato seguito dall’accettazione della proposta egiziana da parte del gabinetto di sicurezza di Israele (contrari il Ministro degli Esteri Lieberman e quello dell’Economia Bennet). Il premier Netanyahu  ora intende chiedere, riferisce la stampa locale, la consegna da parte delle organizzazioni armate palestinesi delle riserve di razzi. La ‘smilitarizzazione’ di Gaza è la richiesta centrale di Israele. Nessuno però crede che sarà accettata da un Hamas che grazie alla nuova guerra ha riconquistato prestigio tra i palestinesi e gli arabi e ora alza il tiro. Il movimento islamista vuole la riapertura di tutti i valichi con Gaza, i fondi per pagare gli stipendi di circa 40.000 dipendenti pubblici nella Striscia e la liberazione dei suoi militanti arrestati da Israele in Cisgiordania dopo il recente rapimento dei tre ragazzi ebrei. 

Ha detto sì alla proposta egiziana invece il presidente dell’Anp Abu Mazen. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa.   Abu Mazen ha lanciato un appello ”a tutte le parti” affinche’ assecondino gli sforzi egiziani, nell’ intento di risparmiare ulteriori vittime al popolo palestinese e ”nel supremo interesse nazionale”. Il presidente ha poi espresso la speranza che questa tregua possa spianare la strada verso uno sforzo politico che faccia terminare l’occupazione e possa dare vita ad uno stato palestinese”.

Intanto l’offensiva militare israeliana prosegue. Nelle ultime ore almeno quattro palestinesi, tra i quali una donna di Rafah, sono stati uccisi da raid aerei nel sud della Striscia. Un bilancio ufficioso parla di 191 morti e 1400 feriti.  Dieci persone sono state ferite ad Eilat nel sud d’Israele da un razzo palestinese. Secondo i dati forniti dall’esercito israeliano nella giornata di ieri sono stati almeno 100 i missili sparati dalla Striscia (più di 900 dall’inizio dell’Operazione “Bordo Protettivo”). Tre razzi sono stati sparati anche dalla Siria e dal Libano verso il nord d’Israele, le Alture del Golan occupato e la Galilea Occidentale. Nena News

SALE A 168 IL NUMERO DEI PALESTINESI UCCISI. MIGLIAIA IN FUGA CERCANO RIFUGIO NELLE SCUOLE ONU. OSPEDALI SENZA PIU’ MEDICINE

13 lug 2014

by Redazione

(Foto: Reuters)(Foto: Reuters)

Giorno 5 – Sabato 12 luglio

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ORE 23.15 – BOMBARDAMENTO SU RAFAH, UCCISO UN BAMBINO. I MORTI SALGONO A 168. UN RAZZO ATTRAVERSA LA FRONTIERA SIRIANA, ISRAELE RISPONDE: “CONSIDERIAMO RESPONSABILE IL REGIME SIRIANO”

AGGIORNAMENTO ORE 22.30 – INTENSI BOMBARDAMENTI SU DEIR AL-BALAH, UN MORTO

Un uomo di 65 anni è stato ucciso durante gli intensi bombardamenti israeliani su Deir el Balah. Raid anche vicino al campo profughi di Nuseirat e a ovest di Khan Younis. Il totale delle vittime palestinesi dall’inizio dell’operazione israeliana è di 167 persone.

AGGIORNAMENTO ORE 19.30 – ABBAS: “L’ONU PROTEGGA LA PALESTINA SECONDO LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI”

Il presidente dell’Autorità palestinese invierà una lettera al segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon e al coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente Robert Serry per chiedere che la Palestina venga messa sotto protezione internazionale. Secondo il comunicato diffuso poco fa dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina, Abbas si starebbe muovendo in questi giorni per il rispetto delle convenzioni internazionali, di cui è firmatario in quanto stato non-membro dell’Onu dal 2012.

In particolare, Abbas ha esortato la Svizzera, depositaria della quarta Convenzione di Ginevra sulla protezione di civili in tempo di guerra, a chiedere ai firmatari immediate sanzioni nei confronti di Israele che, in quanto potenza occupante, è responsabile della sicurezza dei civili. Il presidente dell’Anp chiede anche una commissione di inchiesta che indaghi sui bombardamenti indiscriminati che sta compiendo l’aviazione israeliana.

AGGIORNAMENTO ore 18.45 – KERRY A NETANYAHU: “SEMPRE DISPONIBILI A TRATTARE LA TREGUA”

Il segretario di Stato Usa Kerry ha telefonato oggi al premier israeliano Netanyahu per rinnovare l’offerta di Washington di fare da mediatore per un cessate il fuoco tra Hamas e Tel Aviv, sottolineando “la preoccupazione americana per l’escalation sul terreno”. Oggi Kerry parlerà anche con i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna riuniti a Vienna per discutere le modalità di intervento.

AGGIORNAMENTO ore 18.30 – MIGLIAIA IN FUGA DALLE BOMBE ISRAELIANE CERCANO RIFUGIO NELLE SCUOLE ONU

Migliaia di palestinesi residenti a Nord di Gaza stanno lasciando in queste ore le loro case cercando rifugio nelle strutture dell’UNRWA dopo aver ricevuto l’avvertimento delle forze militari israeliane. Dagli aerei sono stati lanciati volantini e in alcuni casi i residenti sono stati chiamati al telefono, avvertendo di lasciare le abitazioni entro mezzogiorno “per la propria sicurezza”.

I rifugi di fortuna, soprattutto scuole, non sono pronte ad accogliere almeno 4mila persone in questo momento in fuga: manca tutto e alcune famiglie si sono portate coperte e materassi. La foto è stata scattata da Michele Giorgio questo pomeriggio in una scuola UNRWA.

Gazawi cercano protezione in una scuola UNRWA (Foto: Michele Giorgio)

Gazawi cercano protezione in una scuola UNRWA (Foto: Michele Giorgio)

 

AGGIORNAMENTO ORE 17:30 HAMAS:“IL RUOLO DELL’ANP DEVE ESSERE PIU’ EFFICACE. TREGUA? FINORA NESSUNA PROPOSTA SERIA”

Secondo l’emittente panaraba al-Mayadeen gli israeliani vorrebbero giungere ad un accordo simile a quello siriano per le armi chimiche nell’ambito di una intesa internazionale a guida statunitense. Sempre secondo la tv gli sforzi dell’Autorità Palestinese, Qatar, Egitto e Turchia di giungere ad una tregua stanno incontrando l’opposizione di Tel Aviv che vuole continuare il conflitto.

Intanto Hamas, tramite il suo portavoce Abu Zuhri, ha bacchettato poco fa l’Autorità Palestinese: “il ruolo dell’Anp deve essere più efficace. In pratica governa la Striscia, ma assistiamo ad un vuoto governativo”. Abu Zuhri ha negato l’intenzione del suo movimento di iniziare il conflitto. “Hamas non ha scelto la guerra, l’Occupazione [Israele, ndr] l’ha voluta e deve assumersi le responsabilità. Ora prova a ricompensare la sua missione fallimentare colpendo i civili”. Poi provocatoriamente ha aggiunto:“la maggior parte dei suoi cittadini sono sotto terra, contrariamente a noi che siamo all’aria aperta”. E su un possibile cessate il fuoco ha risposto: “al momento non ci è stata presentata alcuna proposta seria nonostante le tante chiamate ricevute. Quando ciò avverrà, la studieremo. Ma fino ad allora continueremo a rispondere all’aggressione”.

AGGIORNAMENTO ORE 15:45 IL MINISTERO DEGLI INTERNI A GAZA: “L’ORDINE DI EVACUAZIONE  RIENTRA NELLA GUERRA DI NERVI CHE ISRAELE STA COMPIENDO”

Commentando l’ultimatum israeliano di stamattina secondo cui i palestinesi del nord della Striscia devono lasciare le loro case, un portavoce di Hamas ha dichiarato alla televisione del movimento islamico: “gli abitanti di Gaza non devono ascoltare gli ordini [di Israele, ndr] di abbandonare le loro case. Ci devono restare. Questa è una guerra psicologica”. Gli fa eco il Ministero degli Interni a Gaza secondo cui le telefonate e i volantini israeliani rientrano nella “guerra di nervi” che Israele sta compiendo alla luce del “fallimento della politica di occupazione”. In una nota ufficiale, il Ministero rende noto di essere “in contratto con tutte le organizzazioni internazionali e i gruppi in difesa dei diritti umani che sono attivi nella Striscia. Al momento non è stata richiesta una evacuazione dell’area”.

Il Ministero della Salute palestinese annuncia che i palestinesi uccisi dall’inizio dell’Operazione “Bordo protettivo” sono 167 e lancia nuovamente un grido di allarme per la carenza di medicinali e materiale sanitario soprattutto quello necessario per effettuare operazioni.

Nelle ultime ore sono suonate nuovamente le sirene ad Ashkelon, Ashdod e nelle aree confinanti con la Striscia. Poco fa allarme attivo anche nell’area del Gush Dan (al centro d’Israele dove vi è anche Tel Aviv) a Naharia e in Cisgiordania. Non si registrano danni né di feriti. Il sistema “Iron Dome” ha intercettato due razzi ad Ashkelon, uno a Hadera (nord di Tel Aviv) e uno ad Ashdod dove altri due missili sono caduti in territorio aperto. Da stamane sono stati lanciati più di 70 razzi verso lo stato ebraico. A riferirlo è il canale 10 israeliano secondo cui Israele non sarebbe interessata ad una invasione di terra.

Di questa possibilità si discuterà nella riunione del Gabinetto di Sicurezza israeliano che è stato posticipato alle 17:30 ore italiane.

Clima teso anche al confine tra Libano ed Israele. Al momento nei villaggi libanesi meridionali regna la calma dopo che ieri erano stati oggetto di un bombardamento israeliano. L’Unifil pattuglia l’area nel tentativo di evitare una escalation invitando l’esercito libanese e quello israeliano alla moderazione

AGGIORNAMENTO ore 13 – SCONTRI AD AL AQSA: 20 FERITI

Le forze militari israeliane sono entrate stamattina nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme e si sono scontrate con giovani palestinesi, dopo la chiusura di Al Aqsa imposta da Tel Aviv ai fedeli musulmani. Le forze israeliane hanno sparato proiettili di gomma, mentre un gruppo di israeliani di destra veniva fatto entrare nella Spianata. Venti i feriti tra i palestinesi, molti alla testa.

Scontri anche nei quartieri di Gerusalemme Est, nella notte di ieri, a Shuafat, al-Tur e Anata. Secondo quanto riportato da Abu al-Hummus, attivista di Issawiya, dieci palestinesi sono stati feriti.

AGGIORNAMENTO ore 11.35 – NETANYAHU: “NON SAPPIAMO QUANDO L’OPERAZIONE FINIRA’”

Il premier Netanyahu è tornato a dire oggi di non sapere “quando l’operazione militare terminerà”. “Smetteremo quando la tranquillità sarà tornata”.

AGGIORNAMENTO ore 11.30 – ONU: “OLTRE 4MILA GAZAWI IN FUGA DA NORD”

Secondo le Nazioni Unite, sarebbero oltre 4mila i palestinesi in fuga dalla zona Nord della Striscia dopo l’avvertimento israeliano di un prossimo bombardamento contro Beit Lahiya.

Palestinesi in fuga da Nord (Foto: AFP)

Palestinesi in fuga da Nord (Foto: AFP)

AGGIORNAMENTO ore 11.15 – EMERGENZA SANITARIA: A GAZA NON CI SONO PIU’ MEDICINE

A Gaza City mancano i medicinali e il più grande ospedale della Striscia, al-Shifa, è ormai quasi privo di medicine e equipaggiamento sanitario. “Abbiamo usato tutte le medicine e avevamo pensato di acquistarne altre da fuori – ha detto Basman al-Ashi, direttore dell’ospedale Al Wafa, target ieri di alcuni missili – Ma poi la guerra è esplosa e abbiamo cominciato a usare le riserve. Se la guerra continua per un’altra settimana o due, non avremo più nulla per curare i nostri pazienti”.

Negli ospedali mancano la metà dei farmaci essenziali, previsti dall’Organizzazione Mondiale della Salute e 470 tipi di materiali sterili e monouso, tra cui aghi, siringhe, cotone, disinfettanti, guanti e molto altro.

AGGIORNAMENTO ore 11.00 – VALICO DI RAFAH APERTO

Le autorità egiziane hanno riaperto oggi il valico di Rafah tra Gaza e Egitto in una sola direzione per permettere l’evacuazione dei feriti gravi.

AGGIORNAMENTO ORE 9.30 – ESERCITO A PALESTINESI DI BEIT LAHIA: LASCIATE CASE STIAMO PER BOMBARDARE 

“Chiunque trascuri le istruzioni dell’esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione”. E’ quanto si legge nei volantinilanciati dall’esercito israeliano sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l’avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. “L’operazione dell’esercito – e’ scritto – sarà breve”.

dalla redazione

Gerusalemme, 13 luglio 2014, Nena News – Sale a 162 il numero delle vittime gazawi al sesto giorno di offensiva israeliana, “Barriera Protettiva”. Ieri è stato il giorno più sanguinoso con 56 morti; solo nella notte sono morte 21 persone, almeno 35 i feriti: 18 le vittime della famiglia Al Batch solo nel quartiere di Al Tuffah a Gaza City, quando un bombardamento ha colpito una moschea. Secondo Israele il target era Tayseer Batch, capo di polizia. Il violento attacco notturno è giunto dopo l’annuncio di Hamas di colpire Tel Aviv alle 9 di ieri sera, seguito al lancio di alcuni missili.

Ieri notte ci sono però stati i primi scontri diretti tra soldati israeliani e miliziani di Hamas. Durante un raid della marina lungo la costa della Striscia (target, un lanciarazzi di Hamas) c’è stato uno scambio di fuoco tra i due. Secondo il movimento islamista, questo avrebbe impedito ai soldati di entrare in territorio gazawi, ferendone quattro. Si tratterebbe del primo tentativo di ingresso israeliano nella Striscia. L’esercito israeliano non ha rilasciato commenti, si è limitato da riportare il ferimento dei quattro soldati. Le Brigate Al Qassam hanno confermato lo scontro a fuoco.

Vero è che Israele prosegue negli avvertimenti alla popolazione: ancora ieri il governo israeliano ha detto ai civili residenti a nord di lasciare le proprie case per l’imminenza di un’incursione terrestre.

Ieri notte si è mosso anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che dopo due giorni di attesa ha emesso all’unanimità una dichiarazione nel quale chiede l’immediato cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al negoziato diretto tra israeliani e palestinesi e ai termini della tregua del novembre 2012. In questo momento i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti stanno discutendo sulle modalità di una tregua a Vienna. Nena News

 

 

Fonte:

http://nena-news.it/diretta-gaza-esercito-a-palestinesi-beit-lahia-lasciate-case-bombardiamo/

 

 

SIT-IN DI SOLIDARIETA’ AL POPOLO PALESTINESE A REGGIO CALABRIA

12 luglio 2014

Scritto da C.S.O.A. ANGELINA CARTELLA

Anche a Reggio Calabria a sostegno del popolo palestinese…
…per restare umani!

Uno degli eserciti più forti e tecnologici del mondo si sta apprestando ad una delle ripetute stragi a cui ci ha abituato, di fronte all’indifferenza del mondo intero. Il governo israeliano di  Netanyahu ha ribattezzato l’operazione “Margine protettivo” e parla di una “rappresaglia necessaria” contro i terroristi di Hamas, ma ad essere colpiti sono, come sempre, donne, bambini, intere famiglie innocenti. Lo stillicidio di morti giorno per giorno, tutti i giorni, diventa ciclicamente il massacro generalizzato. È successo in passato a Der Yassin, a Tall el Zaatar, a Sabra e Chatila, a Jenin. Succede oggi a Gaza, la gabbia per topi super affollata dalla quale non si può scappare

L’ennesima operazione militare di sterminio di un popolo, verso la soluzione finale, ampiamente preparata utilizzando a pretesto strumentale la scomparsa dei tre poveri ragazzi, trovati poi morti, stava saltando per opera di qualche ultraortodosso che ha pensato bene, per rappresaglia, di bruciare vivo un ragazzo palestinese. L’alibi, preparato con cura, non poteva più reggere, e allora via alla correzione di rotta, pubblicizzando da una parte la condanna a quei fanatici che stavano facendo fallire la pianificazione militare, e ringraziando dall’altra i “razzetti” di Hamas per aver permesso loro di recuperare le pseudo giustificazioni.

La piramide mediatica, dalle informazioni che arrivano solo dall’esercito israeliano, si dipana raccontando fatti e loro interpretazione ad uso e consumo del governo Netanyahu e dei suoi alleati internazionali, che per bocca del Segretario di Stato John Kerry hanno di fatto benedetto la nuova aggressione. La solita canea di pennivendoli di regime si fa carico trasversalmente della propagazione, in una gara a chi è più realista del re. L’enorme differenza del numero dei morti, le stragi di civili come forma di punizione collettiva, l’uso di armi tecnologiche e di distruzione di massa da sperimentare in loco, le centinaia di bombardamenti contro qualche decina di missili caserecci, l’ invasione che sembra imminente – con il suo corollario di morte e distruzione – , non contano se non come “comprensibili ed inevitabili” cause collaterali.

Il resto non si vede: un potente esercito di occupazione, brutale ed al contempo sofisticato, contro una delle ultime colonie occupate del mondo, i muri, i ghetti, il regime di apartheid, le migliaia di prigionieri – molti dei quali bambini -, le sistematiche violazioni di qualunque legge internazionale o risoluzione dell’ONU, la diaspora (con circa 6 milioni di palestinesi in giro per il mondo), il divieto del diritto al ritorno universalmente riconosciuto, le cicliche stragi alla Marzabotto contro civili indifesi, donne, bambini, i campi di concentramento, le torture

Le vittime del nazismo di ieri si sono trasformate nei carnefici di oggi con solo poche, pochissime voci che si levano a condannare questi crimini contro l’umanità e questi criminali. Nel silenzio o balbettio dei governi. Così come ieri con il nazismo.

Leviamo le nostre voci contro queste ignominie, che diventino un grido di protesta, di condanna; quella che i governi collusi mai faranno. Che diventi un grido di ripudio universale, che trasformi deboli voci in un boato, che parli di boicottaggio economico (i prodotti commerciali israeliani, seppur camuffati, cominciano con 729 come prime cifre del codice a barre), culturale, sportivo, mediatico, che faccia appello anche a lavoratori e giovani israeliani, perché si mobilitino contro un governo che usa il massacro di un popolo come arma di distrazione di massa dalla macelleria sociale che sta preparando.

Invitiamo tutte e tutti al Presidio organizzato per lunedì 14 luglio alle ore 18.00 a Piazza Italia, di fronte la Prefettura, contro il genocidio in atto del popolo palestinese. L’iniziativa non vuole essere solo un momento di solidarietà e di sostegno a un popolo martoriato, ma anche occasione per riflettere e ragionare insieme su come attivare azioni più incisive per contrastare le politiche di uno stato, quello sionista, che vedono coinvolte anche l’Italia e la stessa Calabria.

NOI NON CI STIAMO! NON IN NOSTRO NOME!
SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO PALESTINESE!

Adesioni in aggiornamanto:

Comitato Solidarietà Migranti
Comitatoacquapubblica Villa San Giovanni
Nuvola Rossa vsg
Csoa Cartella
Collettivo UniRc AteneinRivolta
Pagliacci ClanDestini – Freckles
Sinistra in Movimento
Rifondazione Comunista Reggio Calabria
Collettiva AutonoMIA Reggio Calabria
Circolo SEL “Eugenio Musolino”
ass. “La cosa pubblica”
Arci Reggio Calabria

chi volesse dare la propria adesione: [email protected]

 

 

 

Fonte:

http://www.csoacartella.org/