ARTE PER JINWAR, SOSTENIAMO L’ECOVILLAGGIO DELLE DONNE, DOVE LA VITA È RIVOLUZIONE

Abbiamo dato il via a una campagna di raccolta fondi della durata di sette mesi, supportata con entusiasmo già da una trentina di artist*, che punta a raccogliere 30.000€ e andrà a sostenere le spese per l’acquisto di un’ambulanza per Jinwar.

Avere una possibilità di sottrarsi alle imposizioni del sistema di vita patriarcale e di creare qualcosa di diverso: una vita piena, vissuta comunitariamente. Questo hanno fatto decine di donne a Jinwar nel Nord Est della Siria, dove, dal novembre 2018, esiste un villaggio di sole donne, costruito con materiali naturali ed ecosostenibili, puntando alla completa autosufficienza, grazie alle energie rinnovabili e alla produzione agricola. Ci sono il forno, l’accademia, la scuola ed ora anche un centro di salute e cura: Şifa Jin, che come Rete Jin e Cisda (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane) intendiamo sostenere con il crowdfunding “Arte per Jinwar. Sosteniamo l’ecovillaggio delle donne, dove la vita è rivoluzione”. Una campagna di raccolta fondi della durata di sette mesi, supportata con entusiasmo già da una trentina di artist* che hanno donato al progetto opere grafiche, pittoriche e fotografiche e la loro forza creativa.

Jinwar ha vissuto momenti drammatici negli ultimi mesi. Il villaggio ha rischiato di essere evacuato dopo che la Turchia, nell’ottobre del 2019, ha invaso il Nord Est della Siria. Da subito però le abitanti hanno deciso di difendere il proprio progetto e la propria autodeterminazione, nonostante gli attacchi che da più parti sta subendo l’intera regione.

L’invasione della Turchia ha comportato saccheggi (anche in un ospedale, a Serakanye) in una regione in cui l’embargo dura già dal 2012. Nel cantone di Afrin, occupato nel gennaio 2018, tra rapimenti e violenze di mercenari jihadisti ed esercito turco, continua la resistenza guidata dalle donne. L’esercito turco prosegue la sua sporca guerra, incendiando campi agricoli e abitazioni nelle zone di confine, come in prossimità di Til Tamer, bloccando, in piena pandemia, l’acquedotto di Alouk, e privando delle risorse idriche milioni di persone nella provincia di Heseke. L’invasione turca ha inoltre rinvigorito l’ideologia jihadista, favorendo l’aumento di attentati.

In questo scenario, le donne di Jinwar stanno costruendo un’alternativa pratica e concreta. E lo stanno facendo con amore e bellezza, curando la vita giorno per giorno. L’arte, espressione della creatività, non può che affiancare il percorso di questa preziosa comunità. Anche noi, a distanza, speriamo che la bellezza trasmessa dalle persone creative coinvolte nel nostro crowdfunding ne generi altrettanta con un aiuto concreto al villaggio.

Ringraziamo Cisda per il supporto, chi ha messo a disposizione la propria arte e coloro che vorranno sostenere il crowdfunding, visitando la pagina:

https://www.produzionidalbasso.com/project/arte-per-jinwar-sosteniamo-l-ecovillaggio-delle-donne-dove-la-vita-e-rivoluzione/

Per info: [email protected]

JIN JIYAN AZADI

Rete Jin
Giugno 2020

Fonte:

https://retejin.org/arte-per-jinwar-sosteniamo-lecovillaggio-delle-donne-dove-la-vita-e-rivoluzione/

Primo maggio in Turchia: arrestati 156 manifestanti a Istanbul, censurati gli striscioni a Ankara

Dal profilo Facebook di Murat Cinar :

#Turchia: oggi durante le manifestazioni del Primo maggio ad #Istanbul la polizia ha preso in detenzione cautelare 156 persone e in tutte le manifestazioni nel Paese ha fotografato gli striscioni, uno per uno. Particolarmente ad #Ankara li ha pure censurati, tagliuzzando dei pezzi, come questo esposto sotto. Ma nonostante questo centinaia e migliaia di persone sono scese in piazze per protestare contro il governo e per dire che nel referendum del 16 aprile in realtà ha vinto il “No”…
“Non ci siamo arresti di fronte lo stato d’emergenza(la prima parola tagliata), i decreti di legge(la seconda parola tagliata) e le espulsioni! #Nononceneandiamo L’accademia è in piazza Sindacato dei Lavoratori Universitari Ankara”

Fonte:

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10155215919192359&set=a.10150211028932359.351642.780097358&type=3&theater

Gabriele Del Grande è libero, festa in Toscana. “Darà ancora voce agli ultimi”

La Turchia rilascia il giornalista e blogger. Che ha raggiunto l’Italia atterrando a Bologna

Ultimo aggiornamento:

La felicità di Gabriele Del Grande al suo arrivo a Bologna

Gabriele Del Grande al suo arrivo a Bologna (LaPresse)

Panicagliora (Pistoia), 24 aprile 20137 – Gabriele Del Grande è libero e la Toscana tira un sospiro di sollievo. Il blogger e giornalista, che era stato arrestato in Turchia nei giorni scorsi, è stato liberato e nella mattinata di luned’ì 24 aprile ha potuto raggiungere l’Italia, con un volo atterrato a Bologna. Una notizia che ha fatto rapidamente il giro di Panicagliora, il paese in provincia di Pistoia dove risiedono i genitori di Gabriele, originari di Lucca. Che proprio nella prima mattinata di lunedì sono partiti per l’aeroporto di Bologna, per andare ad abbracciare il figlio.

Scene di gioia nella zona degli arrivi dello scalo bolognese quando Gabriele è spuntato dalla porta. Un abbraccio con i genitori e con la compagna, Alessandra D’Onofrio. Il ristorante di famiglia è rimasto chiuso tutta la mattina. Un cartello dava la notizia della liberazione di Gabriele e del viaggio a Bologna dei proprietari, i genitori appunto. Che sono rientrati a Panicagliora nel pomeriggio.

«Il ferro si tempra nella fucina, nel fuoco, nella sofferenza. Gabriele è tosto. Se prima aveva voce, adesso ne ha più di prima, e ha più voglia di dar voce a chi non ha voce. È il Gabriele di sempre, ora forte più che mai», dicono gli stessi genitori. E aggiunge la madre che Gabriele ripartirà. «Certo è libero, può fare quello che ritiene», ha detto, confermando così che la famiglia ha sempre appoggiato le attività del blogger toscano e continuerà a farlo «anche dopo questo momento altamente emotivo».

«Ci stavamo dando da fare – dicono i genitori riferendosi ai cupi momenti della prigionia – non lo avremmo lasciato lì. Ci hanno fatto un bel regalo», dicendo poi: «Purtroppo ci sono troppi giornalisti fermi là nelle carceri, non ci si dimentica degli altri». In aeroporto «il primo abbraccio è stato per la moglie, le prime parole per i figli». «Era il Gabriele di sempre, ha scherzato sul fermo». Gabriele Del Grande non ha raggiunto Panicagliora. Terrà infatti una conferenza stampa, nella giornata di mercoledì 25 aprile a Roma, alla sede della Stampa Estera. Ma intanto può rilassarsi e lasciare alle spalle giorni molto duri. La prima cosa che si è concesso, un pranzo tipicamente italiano con la famiglia, tra antipasti toscani e pasta.

“Abbiamo riportato a casa Gabriele – ha detto intanto il ministro Alfano -. Missione compiuta, ringrazio il governo turco perche’ anche nei momenti di massima tensione non abbiamo mai perso il contatto. Ci hanno segnalato che dovevano fare degli accertamenti e li hanno fatti”.

Gabriele Del Grande all'aeroporto di Bologna

Gabriele Del Grande all’aeroporto di BolognA

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Fonte:

http://www.lanazione.it/cronaca/gabriele-del-grande-libero-1.3063291

Gabriele Del Grande fermato in Turchia telefona alla compagna: “Non rispettano miei diritti, comincio sciopero della fame”

Da

Oggi alle 14.30 ci ha chiamato Gabriele del Grande. È la prima telefonata concessa da domenica 9 quando è stato fermato dalle autorità turche al confine nella regione di Hatay. Era in Turchia dal giorno 7 Aprile. Dice Gabriele: “Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano. Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me. Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”. Ci siamo messi in macchina una volta, siamo pronti a tornare in strada per i diritti.

Da Il fatto quotidiano:

Gabriele Del Grande fermato in Turchia telefona alla compagna: “Non rispettano miei diritti, comincio sciopero della fame”
Mondo
Dopo sette giorni di silenzio i familiari del giornalista sono tornati a sentire la sua voce. “I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta”, ha detto nella telefonata
“Da stasera inizio lo sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”. Dopo sette giorni di silenzio i familiari di Gabriele Del Grande sono tornati a sentire la sua voce.  Fermato lunedì 10 aprile dalle forze di polizia turche nella regione dell’Hatay, il blogger e documentarista ha infatti telefonato  alla compagna e ad alcuni amici. “I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta”, ha detto nella telefonata.Del Grande è trattenuto da alcuni giorni in un centro di detenzione amministrativa, ed è riuscito a chiamare in Italia dal telefono della struttura dove è detenuto. Mentre telefonava ha raccontato di essere circondato da quattro poliziotti. “Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio cellulare e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato”.Oggi dalle pagine del Corriere della Sera era stato Massimo del Grande, padre di Gabriele a raccontare di non essere ancora riuscito a parlare con il figlio. “Siamo tutti in ansia – ha detto – Purtroppo, tra vacanze di Pasqua e referendum in Turchia, anche se è assurdo, è ancora tutto fermo”.  La Farnesina ha assicurato che le condizioni del giornalista sono buone, e che la sua espulsione dalla Turchia doveva essere “imminente”, già tre giorni dopo il fermo. All’alba dell’ottavo giorno Del Grande non è ancora rientrato ha potuto soltanto telefonare a casa.

Fonte:

Aggiornamenti sulla strage di capodanno a Istanbul

Turchia: strage in night club a Istanbul, 39 morti e 69 feriti. Tra le vittime 24 stranieri

Terrorista in fuga, ombra dell’Isis

Il terrorismo colpisce la Turchia nella notte di Capodanno: è di almeno 39 morti e 69 feriti l’ultimo bilancio ufficiale di un attacco avvenuto in una famosa e affollatissima discoteca di Istanbul, non ancora rivendicato ma le cui caratteristiche fanno pensare a un attentato a firma Isis. IL VIDEO, TERRORISTA RIPRESO DURANTE L’ATTACCO

L’attentatore del nightclub Reina di Istanbul non indossava il costume di Babbo Natale, come riferito finora da alcune testimonianze, e ha lasciato la pistola prima di fuggire. Lo ha detto il premier turco, Binali Yildirim.

E nel pomeriggio un uomo armato ha sparato davanti ad una moschea di Istanbul ferendo almeno due persone prima di fuggire. Lo riferiscono i media locali. La sparatoria è avvenuta nel quartiere di Sariyer.

C’era anche un gruppo di giovani italiani nel nightclub, secondo quanto riporta la tv locale modenese Trc-Telemodena. Per la tv, la compagnia italiana, che stava festeggiando il Capodanno, è riuscita a scampare alla strage gettandosi a terra quando i primi spari nel locale hanno fatto scattare il panico. Alcuni di loro, avrebbero riportato solo lievi escoriazioni nella calca. Si tratterebbe di tre modenesi e altri amici di Brescia e Palermo, in Turchia per lavoro.

 La polizia di Istanbul ha diffuso le foto del presunto killer che ha sparato e ucciso 39 persone nel ‘Reina’ nightclub. Dalle foto, riprese dal video di sorveglianza, risulta essere un giovane con barba e capelli neri. Dopo la strage, l’attentatore è fuggito e una caccia all’uomo è in corso in tutta la Turchia.

LA STRAGE – L’attacco non è stato ancora rivendicato ma l’attentatore, secondo le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti, avrebbe urlato ‘Allah Akbar’ mentre apriva il fuoco dentro il locale. Secondo un deputato dell’opposizione, che ha visitato ospedali e obitorio, 24 vittime sono straniere: sette sono saudite, tre irachene, tre giordane, due libanesi, due tunisine, due indiane, una da Kuwait, Siria e Israele, un belga di origine turca ed un canadese-iracheno. Tra le vittime turche, c’è anche una guardia di sicurezza che era sopravissuta il 10 dicembre scorso al duplice attentato dinamitardo al vicino stadio di calcio del Besiktas. Anche tra i feriti ci sono diversi stranieri. 

 

Per il resto, sono ancora molti i punti da chiarire sulla dinamica dell’attacco. Non si sa con certezza se il terrorista abbia agito effettivamente da solo. Di lui si sa che è entrato vestito di nero e incappucciato con un fucile automatico in braccio con cui ha sparato ad un agente di guardia al locale, che all’interno era vestito di bianco con un cappello a pon-pon bianco, che si è cambiato dopo aver massacrato le persone all’interno del locale, “sparando ovunque, come un pazzo”, ed è riuscito a fuggire nella notte, scatenando stamani una gigantesca caccia all’uomo estesa a tutta la Turchia ala quale partecipano almeno 17.000 agenti. Le poche certezze sono quelle suggerite dalle immagini catturate dalle telecamere di sicurezza, ma alcuni testimoni sopravissuti alla strage hanno raccontato di aver sentito sparare più di una persona, forse due o tre terroristi.

L’unico uomo armato immortalato dalle telecamere è entrato in azione intorno all’1.30 locale (le 23.30 in Italia), mentre nel locale si trovavano circa 700 persone. Ha ucciso l’agente all’ingresso prima di entrare e iniziare a sparare sui clienti. Per sfuggire alla strage, alcuni dei clienti si sono lanciati nelle acque gelide del Bosforo e sono poi stati tratti in salvo, anche se non c’è certezza che tutti siano stati salvati. I testimoni sopravissuti sono concordi su una cosa: i terroristi “sparavano a casaccio”, sparavano su tutti, sulla folla. “Sparavano ovunque, come dei pazzi”, ha raccontato alla Cnn turca una donna, ferita a una gamba da un proiettile. Un altro testimone afferma che le forze speciali sono intervenute portando via i sopravissuti. “Ero di spalle e mio marito ha urlato: ‘Buttati giù!’. Eravamo vicino a una finestra e ho sentito due o tre persone che sparavano. Poi sono svenuta”, ha raccontato una donna.

“Stanno cercando di creare caos, demoralizzare il nostro popolo, destabilizzare il nostro Paese con attacchi abominevoli che prendono di mira i civili – ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan -. Ma manterremo il sangue freddo come nazione e resteremo più uniti che mai e non cederemo mai a questi sporchi giochi”. Durante la notte c’è stata la condanna della Casa Bianca, che per bocca del portavoce Eric Schultz ha parlato di “attacco terroristico orribile” e ha offerto aiuto ad Ankara. Il Dipartimento di Stato ha quindi aggiunto che gli Usa sono “solidali con il loro alleato Nato, la Turchia, nella lotta contro la costante minaccia del terrorismo”. L’ambasciata americana ad Ankara ha però negato le notizie comparse su alcuni social media secondo cui l’intelligence Usa sapeva in anticipo che un nightclub di Istanbul era a rischio di attentato terroristico. “Il nostro dovere comune è combattere il terrorismo”, ha scritto il presidente russo Vladimir Putin al presidente turco. “La tragedia di Istanbul ci ricorda che la lotta contro il terrore non conosce pause né feste o Paesi o continenti. Serve unità. Ad ogni costo”, ha twittato Alfano.

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Turchia: attacco in night club a Istanbul, almeno 35 morti

Aggressori sparano a caso sulla folla vestiti da Babbo Natale. Uno ancora all’interno del locale, nel quartiere Besiktas

Un attacco armato è stato compiuto in un famoso night club di Istanbul, in Turchia: almeno 35 morti – tra cui un poliziotto – e 40 di feriti.

Due aggressori sarebbero entrati nel ‘Reina’ vestiti da Babbo Natale e avrebbero aperto il fuoco a caso sulla folla. Uno di loro sarebbe ancora all’interno del locale. Circa 60 le ambulanze accorse sul posto.

Il Reina si trova nel distretto di Besiktas, nella parte europea della città.

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L’AMBASCIATORE RUSSO IN TURCHIA E’ STATO UCCISO

  • 19 Dic 2016 21.59

L’ambasciatore russo in Turchia è stato ucciso. Andrey Karlov è stato raggiunto alla schiena da una serie di colpi d’arma da fuoco sparati da un uomo in giacca e cravatta dentro una galleria d’arte ad Ankara. Ci sono altri tre feriti, che non sono in gravi condizioni. L’aggressore sarebbe un poliziotto turco, che però non era in servizio nel momento dell’attacco. L’uomo è stato ucciso dalle forze di sicurezza e prima di aprire il fuoco avrebbe urlato “Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria” e “Allahu Akbar”. L’attentato è avvenuto il giorno dopo le proteste in Turchia contro l’intervento militare di Mosca in Siria.

Fonte:

ALEPPO, RINVIATA EVACUAZIONE E RIPRENDONO COMBATTIMENTI. L’ORGANIZZAZIONE THE SYRIA CAMPAIGN LANCIA UN APPELLO

Aleppo, rinviata evacuazione e riprendono combattimenti

Erdogan, Damasco ha rotto tregua. Tv, ‘razzi dai miliziani’

14 dicembre, 16:54

Danni nel vecchio suq di Aleppo

 

BEIRUT – Sarebbero contrasti in seno agli alleati Russia, Siria e Iran ad impedire l’applicazione della tregua ad Aleppo che dovrebbe consentire l’evacuazione di ribelli armati e civili. Lo affermano fonti dell’opposizione.

Attivisti hanno infatti dichiarato oggi che sono ripresi i bombardamenti sulle zone di Aleppo est ancora in mano agli insorti, nonostante il cessate il fuoco annunciato ieri sera.

mentre gli autobus destinati ad evacuare civili e combattenti starebbero rientrando nei depositi, secondo alcuni media libanesi.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha da parte sua annunciato un colloquio con il suo omologo russo Vladimir Putin della situazione della tregua ad Aleppo. “Le forze del regime hanno cominciato ad attaccare di nuovo – ha detto -, rompendo il cessate il fuoco”. Secondo la tv di stato siriana, razzi sono stati sparati dai ribelli su di una zona appena riconquistata uccidendo almeno sei persone.

Secondo attivisti citati dalla tv panaraba Al Jazira, a bloccare la tregua sarebbe la richiesta di Teheran di ottenere la liberazione di alcuni prigionieri iraniani nelle mani degli insorti. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) afferma che a bloccare l’iniziativa sono le forze governative e le milizie sciite alleate, contrarie all’accordo raggiunto ieri dalla Russia con la Turchia senza discuterne con il governo di Damasco.

In Siria “il regime e alcuni gruppi stanno cercando di bloccare il cessate il fuoco ad Aleppo”, ha detto da parte sua il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. “A causa di questi ostacoli, l’evacuazione non si è potuta compiere interamente, ma siamo pronti” a riprenderla, ha aggiunto il capo della diplomazia di Ankara, citato dall’agenzia statale Anadolu.

“Spero che tutti osserveranno” la tregua “e che le brutalità e le persecuzioni si fermeranno”, ha aggiunto Cavusoglu, parlando di contattic in corso con i ministri degli Esteri russo ed iraniano. La Mezzaluna rossa turca sta intanto lavorando per ampliare la sua capacità di accoglienza nei campi nel nord della Siria, prevedendo che le evacuazioni da Aleppo nelle prossime ore, in caso di successo delle tregua, giungano fino a 50 mila persone.

© Copyright ANSA – Tutti i diritti riservati

 

Fonte:

http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/stati/siria/2016/12/14/siria-aleppo-rinviata-evacuazione-e-nuovi-combattimenti_fd0b3aa0-9c80-4de2-8336-efd697399265.html?idPhoto=3

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Intanto l’organizzazione no-profit The Syria Campaign lancia un appello per salvare i civili chiedendo di telefonare al Ministero degli affari esteri e all’ambasciata russa per chiedere di intervenire. Di seguito l’appello in lingua inglese e italiana e il banner.

“EMERGENCY UPDATE: Yesterday’s deal to evacuate the remaining civilians in Aleppo has collapsed. Shelling and airstrikes have resumed.

This is an emergency. Please do everything in your power to take action for the safe passage of these civilians. Make a call now and demand life saving action.

AUSTRALIA: Department of Foreign Affairs and Trade 1300 555 135 // Russian Embassy +61 2 6295 9033

CANADA: Department of Foreign Affairs +1 800 267 8376 // Russian Embassy +1 613 235 43 41

FRANCE: Ministry of Foreign Affairs +33 1 43 17 53 53 // Russian Embassy +33 3 8824 2015

GERMANY: Foreign Ministry +49 3018 17 0 // Russian Embassy +49 30 226 51 183

IRELAND: Department of Foreign Affairs and Trade + 353 (0) 1 408 2000 // Russian Embassy +353 (0) 1 492 2048

ITALY: Ministry of Foreign Affairs +39 06 36911 // Russian Embassy +39 06 494 1680

THE NETHERLANDS: Ministry of Foreign Affairs +31 77 465 67 67 // Russian Embassy +31 070 364 64 73

SWEDEN: Ministry for Foreign Affairs +46 8 405 10 00 // Russian Embassy +46 8 13 04 41

UNITED KINGDOM: Foreign and Commonwealth Office +44 20 7008 1500 // Russian Embassy +44 20 7229 6412

UNITED STATES: State Department +1 202 647 9572 // Russian Embassy +1 202 298 5700

EMERGENCY UPDATE: ieri, l’accordo per far uscire da Aleppo i civili rimasti intrappolati, è fallito. Bombardamenti e attacchi aerei sono ripresi.
Questa è un’emergenza. Per favore, fai qualunque cosa sia in tuo potere per perchè il passaggio sia garantito ai civili. Chiama ora e chiedi un’azione di salvataggio.

Australia: Ministero degli affari esteri e del commercio 1300 555 135 // Ambasciata Russa + 61 2 6295 9033
Canada: Ministero degli affari esteri. + 1 800 267 8376 // Ambasciata Russa + 1 613 235 43 41
Francia: Ministero degli affari esteri. + 33 1 43 17 53 53 // Ambasciata Russa + 33 3 8824 2015
Germania: Ministero degli esteri. + 49 3018 17 0 // Ambasciata Russa + 49 30 226 51 183
Irlanda: Ministero degli affari esteri e commercio + 353 (0) 1 408 2000 // Ambasciata Russa + 353 (0) 1 492 2048
Italia: Ministero degli affari esteri. + 39 06 36911 // Ambasciata Russa + 39 06 494 1680
Paesi bassi: il ministero degli affari esteri. + 31 77 465 67 67 // Ambasciata Russa + 31 070 364 64 73
Svezia: Ministero per gli affari esteri. + 46 8 405 10 00 // Ambasciata Russa + 46 8 13 04 41
Regno Unito: Foreign Office + 44 20 7008 1500 // Ambasciata Russa + 44 20 7229 6412
Stati Uniti: il dipartimento di stato + 1 202 647 9572 // Ambasciata Russa + 1 202 298 5700

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Fonte:

https://www.facebook.com/TheSyriaCampaign/photos/a.608812989210718.1073741828.607756062649744/1239032359522108/?type=3&theater

Per seguire le info della pagina clicca qui:

https://www.facebook.com/TheSyriaCampaign/?qsefr=1

ALEPPO, DICEMBRE 2016: MESSAGGIO ALL’UMANITA’

Mentre mancano pochi giorni a Natale, Cristo si è fermato ad Aleppo. Dopo quasi sei anni di uno sterminio sistematico e continuo la città di Aleppo è caduta. Ma a cadere nell’inferno siriano non è solo un popolo,  è l’intera umanità mentre si consuma in diretta mondiale l’ultima parabola di un genocidio. I peggiori criminali della Terra si accaniscono contro un popolo, contro uomini e donne innocenti, contro bambini, compiendo massacri e torture inenarrabili. Un popolo colpito mortalmente lascia i suoi ultimi disperati messaggi a un’umanità sorda e dormiente (https://www.facebook.com/francesco.tronci.71/videos/vb.698384406/10154860016429407/?type=2&theater ; https://www.facebook.com/francesco.tronci.71/posts/10154860483289407?pnref=story). Le donne chiedono ai propri mariti di ucciderle per evitare di finire stuprate e poi uccise dai soldati del regime di Assad  (https://www.facebook.com/francesco.tronci.71/posts/10154861107424407?pnref=story). Considerate se questi sono uomini, se queste sono donne che anelano alla morte per sfuggire alle torture!
Intanto si consumano orrori terrificanti : esecuzioni in massa e persone bruciate vive (https://www.facebook.com/francesco.tronci.71/posts/10154861141004407), altre che uccidono i propri bambini perché non cadano nella tortura https://www.facebook.com/francesco.tronci.71/posts/10154861244114407). Considerate se questi sono uomini, se questi sono bambini!
Dove sono i potenti della Terra? E L’Onu adesso parla di “totale mancanza di umanità” riferendosi agli almeno 82 civili, uomini, donne e bambini massacrati in massa mentre il suo portavoce spera che le segnalazioni siano errate o esagerate anche se provenienti da fonti attendibili (http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2016/12/13/siria-onu-esecuzione-di-almeno-82-civili-ad-aleppo_60e362fc-a7f6-4f3b-b883-a03361085330.html). Come se si stessero svegliando adesso e non credessero alle loro orecchie. Il papa, invece, perso nelle sue preghiere, invia una lettera al boia Assad (http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2016/12/12/siria-papa-ad-assad-garantire-diritto-umanitario-e-aiuti_6f54abb7-f2de-442b-be59-101e3a90119b.html) senza il coraggio di alzare le ginocchia.
Il boia Assad e il boia Putin, festeggiano la “vittoria” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/13/aleppo-ce-laccordo-per-levacuazione-di-ribelli-e-civili-russia-battaglia-finita-onu-strage-di-bambini-e-carneficina/3257196/)  ottenuta anche con l’aiuto del boia Erdogan che adesso punta  a conquistare la sua parte di territorio siriano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/13/siria-turchia-aiuta-damasco-a-riprendere-aleppo-e-punta-a-controllare-al-bab-vuole-completare-la-zona-cuscinetto/3252702/).
Macello! Macelleria siriana!
Ai potenti della Terra, agli attivisti dalla pietà selettiva che inseguono una sola causa e ignorano altre violazioni dei diritti umani e a  tutti gli indifferenti chiedo: quando vi domanderanno dov’eravate mentre fiumi di sangue innocente venivano versati, mentre un popolo veniva assediato, imprigionato, torturato, violentato, affamato e sterminato, che cosa risponderete? Intanto dormite ormai e riposate perché non siete stati capaci di vegliare un’ora soltanto.

Mentre ci copriamo di lustrini, un popolo muore in un silenzio assordante, calpestato anche dall’indifferenza di troppi, lanciando, in urla di dolore, un disperato messaggio all’umanità: “Torna presto perché è già tardi. Amen”.

 

D. Q.

Turchia: il governo ritira proposta di legge sul ‘matrimonio riparatore’ con minori

Fonte:

Almeno su questo, la società civile turca ha vinto. il governo di Ankara si è deciso a ritirare il controverso progetto di legge sul cosiddetto matrimonio riparatore.

Migliaia di persone sono scese in piazza in questi giorni per protestare contro quello che è stato definito lo stupro legalizzato .

Così il premier nazionalista islamico Binali Yıldırım ha preferito fare marcia indietro, dichiarando che il progetto verrà ritirato e ridiscusso.

Doppia violenza per la vittima

In pratica la proposta avrebbe consentito al violentatore di una minorenne di farla franca sposando la vittima, se avesse ottenuto il consenso della sua famiglia.

Usando un ossimoro, il testo della legge specificava di riferirsi a stupri ‘commessi senza l’uso di forza, violenza o inganno’ nel caso in cui la vittima avesse 16 anni o più.

 

Fonte:

http://it.euronews.com/2016/11/22/turchia-il-governo-ritirera-il-controverso-progetto-di-legge-sul-matrimonio-riparatore-con-minori-in-caso-di-abuso-sessuale