IL COORDINAMENTO AREA GRECANICA: “LA SEI RINUNCIA A CAUSA CONTRO ATTIVISTI CESSANDO DI ESISTERE”

Saline Joniche centrale a carbonenuova

“La SEI S.p.A., la società italoelvetica che aveva promesso di portare le navi da crociera al porto di Saline Joniche, che sosteneva che le qualità dell’aria del basso jonio reggino sarebbe migliorata grazie ai fumi emessi dalla centrale a carbone, la società che aveva garantito 1500 posti di lavoro per l’Area Grecanica, pare non esista più. Copia dell’istanza di cancellazione depositata presso la camera di commercio di Milano, è stata presentata dai legali della multinazionale al giudice Plutino, nel corso dell’udienza svoltasi il 24 gennaio scorso unitamente alla richiesta di interruzione del processo contro gli attivisti citati in giudizio.

Dopo la decisione di abbandonare definitivamente il progetto di costruzione della centrale a carbone all’indomani della riapertura dell’iter autorizzativo decretata dalla decisione del Consiglio di Stato nel novembre scorso, oggi SEI S.p.A. rinuncia alla causa contro Paolo Catanoso, Noemi Evoli e Domenico Larosa, cessando di esistere.

SEI cessa! e cessa vigliaccamente. Probabilmente terrorizzata dal esito negativo che avrebbe avuto per essa il processo e dalle consequenziali ripercussioni su coloro che il processo lo hanno fortemente voluto avanzando una richiesta di risarcimento danni, da più parti e a gran voce, ritenuta una mossa per intimidire e censurare il fronte del NO, non curanti di aver giocato per quasi tre anni con la vita di tre cittadini della nostra terra ritenuti colpevoli di aver sostenuto ragioni contrarie al carbone e ai suoi veleni insieme alla stragrande maggioranza deicittadinidell’AreaGrecanica.

SEI cessa! dopo avere chiesto agli attivisti No Carbone l’esorbitante cifra di 4 milioni di euro, ponendo sulle loro vite una enorme spada di Damocle, decidendo, un bel giorno e come se niente fosse, di non esistere più. E cosa importa se la citazione in giudizio ha causato sofferenza agli attivisti ed alle loro famiglie, cosa importa se ha rubato tempo e risorse ai tribunali, impegnati per anni a deliberare inutilmente, cosa importa dal momento che per la SEI è stato tutto un gioco, come dimostrerebbe la dichiarazione rilasciata alla stampa dal loro legale difensore Renato Vitetta “la citazione è stata presentata esclusivamente con l’obiettivo di responsabilizzare certi interlocutori”.

SEI cessa! e la legge glielo permette, perché una società può cessare di esistere con buona pace di coloro che hanno pendenze nei suoi confronti. Il processo si interrompe senza se e senza ma. Continuare vorrebbe dire scontrarsi contro un fantasma, perché della società italoelvetica non esiste più nulla di fisico, tranne un documento che ne dichiarerebbe la definitiva cancellazione.

Aspettando la decisione del giudice, prevista per il 20 marzo p.v., cogliamo l’occasione per rinnovare il nostro più profondo ringraziamento a chi in questi anni, con grandissimo impegno ed eccellente professionalità, ha sostenuto il No Carbone in tribunale contro la SEI, gli avvocati Angiolino Palermo ed Angela De Tommasi. Tutta l’attività da loro espletata ha avuto come incentivo la difesa di un ideale in cui credono, e questo ideale è stato il motore del loro lavoro svolto pressoché gratuitamente se si guarda ai possibili compensi del valore della causa. L’esigua parcella a loro corrisposta non potrà mai ripagare, neanche in parte, tutta la cura, l’attenzione e lo studio profusi nel corso di tutti questi anni.

SEI cessa! ma non cesserà mai la lotta affinché la nostra terra abbia lo sviluppo che merita basato sull’immenso patrimonio che custodisce”. Lo scrive in una nota il coordinamento associazioni area grecanica.

Per approfondire: 

IL MAXI RISARICMENTO RICHIESTO DALLA SEI: http://ildispaccio.it/reggio-calabria/114903-l-11-luglio-udienza-del-processo-della-sei-contro-gli-attivisti-no-carbone-chiesto-maxi-risarcimento-di-4-mln-di-euro

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/133956-il-coordinamento-area-grecanica-la-sei-rinuncia-a-causa-contro-attivisti-cessando-di-esistere

ARCHIVIATO DEFINITIVAMENTE IL PROGETTO DI UNA CENTRALE A CARBONE A SALINE JONICHE

Saline Joniche centrale a carbonenuova

Abbiamo vinto. Dopo 9 lunghi anni di lotta e resistenza, adesso possiamo finalmente dire che è davvero finita. Il MISE ha ufficialmente archiviato il progetto SEI. La centrale a carbone di saline joniche non vedrà mai la luce. Hanno vinto i calabresi onesti. Ha vinto Davide contro Golia. Ha perso la “politica”. Orgogliosi di questo risultato attendiamo adesso, con la fiducia di sempre, che il processo ancora in atto contro Paolo, Noemi e Domenico si concluda al più presto con lo stesso esito. NO al CARBONE a Saline e ovunque. Grazie a tutti NOI”. Con questo post il Coordinamento per il no al carbone di Saline Joniche annuncia la vittoria su Facebook.

 

 

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/128609-archiviato-definitivamente-il-progetto-di-una-centrale-a-carbone-a-saline-joniche

Saline, blitz di Greenpeace contro la centrale a carbone

Iniziata questa mattina presto la scalata alle pareti della fabbrica, sulle quali gli ambientalisti progettano di dipingere un gigantesco “Stop Carbone”

Venerdì, 07 Ottobre 2016 09:43 

L'ex Liquichimica dopo il blitz di Greenpeace (le foto nel servizio sono di Marco Costantino) L’ex Liquichimica dopo il blitz di Greenpeace (le foto nel servizio sono di Marco Costantino)

SALINE JONICHE Greenpeace si schiera contro il progetto di centrale a carbone che la multinazionale elvetica Sei-Repower progetta di costruire sulle ceneri della Liquichimica di Saline Joniche. Gli attivisti hanno iniziato questa mattina presto la scalata alle pareti della fabbrica, sulle quali progettano di dipingere un gigantesco “Stop Carbone”. «È un messaggio per la Sei come per Renzi-Repower – scrivono dal desk internazionale dell’organizzazione ambientalista –. Il governo deve fissare una data chiara per mettere fine alla produzione di energia da carbone in Italia».

Da anni, la multinazionale elvetica tenta di impiantare una fabbrica a carbone, nonostante l’opposizione della popolazione locale. Il progetto, che ha ottenuto una Valutazione di impatto ambientale positiva dal governo Monti nonostante la presenza di una riserva naturale protetta nell’area di costruzione della centrale, è stato bloccato da una sentenza del Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato da Regione, Comuni e associazioni ambientaliste dell’Area grecanica. Una decisione ribaltata dal Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso avanzato dalla Sei (la multinazionale svizzera che intende realizzare la megaopera sul litorale jonico reggino) e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dando nuovamente il via libera alle autorizzazioni per la costruzione dell’impianto.

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La centrale dovrebbe nascere sui ruderi dell’ex Liquichimica, il mostro creato nel 1974 con i finanziamenti del pacchetto Colombo. Costata all’epoca 300 milioni, avrebbe dovuto finanziare lo sviluppo industriale di una delle province più depresse d’Italia. Da più parti però, quell’investimento è stato interpretato come il prezzo che il governo è stato costretto a pagare per comprare la pace a Reggio Calabria, dove i Boia chi molla, guidati dal sindacalista della Cisnal e senatore missino, Ciccio Franco, si erano messi alla testa della rivolta popolare, scoppiata dopo l’assegnazione del capoluogo a Catanzaro.

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La Liquichimica è figlia di quel baratto. Dopo avere speso quel fiume di denaro pubblico, le istituzioni hanno bollato la produzione – bioproteine per mangimi animali – come «altamente inquinante». E l’impianto è stato bloccato e chiuso due mesi dopo l’apertura dei battenti. Trecento milioni di lire dell’epoca andati in fumo, seicento lavoratori assunti, finiti in cassa integrazione.
 A Saline è rimasta solo una struttura divenuta simbolo delle cattedrali nel deserto.

Alessia Candito

 

Fonte:

http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/50406-saline,-greenpeace-in-azione-contro-il-progetto-di-centrale-a-carbone

 

 

L’11 luglio udienza del processo della Sei contro gli attivisti No Carbone: chiesto maxi risarcimento di 4 mln di euro

Saline Joniche centrale a carbonenuova

Si terrà lunedi 11 luglio alle ore 12:00 presso il Tribunale di Reggio Calabria (CEDIR), l’ennesima udienza del processo intentato dalla società SEI S.p.a., contro Noemi Evoli e Paolo Catanoso del Coordinamento Associazioni Area Grecanica, difesi dagli Avv.ti Angiolino Palermo e Angela De Tommasi, e Domenico Larosa del Movimento Difesa Ambientale, difeso dagli Avv.ti Antonino De Pace e Mario Zema.

La SEI S.p.a., attraverso il suo legale rappresentate Fabio Bocchiola, e difesa dagli Avv. Alberto Panuccio, Renato Vitetta e Luca Zampano, il 2 maggio 2014 citò in giudizio gli attivisti no carbone chiedendo loro un maxi risarcimento di 4 milioni di euro per un presunto danno d’immagine arrecato alla società che vorrebbe costruire una centrale a carbone nell’area ex liquichimica di Saline Joniche.

“A finire sotto accusa – afferma il Coordinamento Associazioni Area Grecanica – è stata l’azione di contrasto al progetto SEI svolta nel corso di questi anni dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica No al Carbone attraverso la pubblicazione di alcuni comunicati stampa e locandine dal chiaro contenuto satirico, frutto di un impegno collettivo e tesa a dimostrare la nocività e gli effetti negativi che la costruzione di una centrale a carbone avrebbero causato su tutta l’area. Comunicati stampa e locandine prodotte e pubblicate collettivamente dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica No al Carbone, di cui né Evoli né Catanoso hanno mai avuto alcuna responsabilità.

Oggi che il progetto SEI S.p.A. sembrerebbe destinato alla via del tramonto, che Repower è stata costretta a uscire dalla società a seguito dell’esito del referendum popolare decidendo di puntare in futuro tutto su energia verde e sostenibile, oggi che lo stesso Presidente Repower, E. Rikli, ha annunciato che la SEI S.p.A. verrà messa in liquidazione, risulta sempre più assurdo e paradossale che questo processo sia ancora in piedi.

Ci auguriamo che SEI S.p.A. faccia un definitivo passo indietro, ritirandosi anche da questa causa che colpisce non solo Noemi Evoli, Paolo Catanoso e Domenico La Rosa, ma tutti noi e la nostra libertà di espressione.

SEI S.p.A. chiede 4 milioni di euro a Evoli, Catanoso, La Rosa, ma dentro l’aula di tribunale ci saranno virtualmente tutti coloro che difendono la libertà di espressione e il proprio territorio da chi vuole farne terra di conquista. Ci saremo noi con la forza delle nostre ragioni”.
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Creato Sabato, 09 Luglio 2016 15:49

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/114903-l-11-luglio-udienza-del-processo-della-sei-contro-gli-attivisti-no-carbone-chiesto-maxi-risarcimento-di-4-mln-di-euro

 

LA CALABRIA è ANCHE QUESTA!
RESISTENZA E VALORIZZAZIONE DELLA BELLEZZA.
TORNIAMO AL CEDIR LUNEDI 11 LUGLIO ORE 12:00 CON NOEMI, PAOLO E DOMENICO, A SOSTENERE LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE E LA NOSTRA MERAVIGLIOSA TERRA

Fonte:

https://www.facebook.com/135158633203549/photos/a.135482086504537.33095.135158633203549/1185544261498309/?type=3&theater

 

 

Il coordinamento associazioni Area Grecanica No Carbone: “Mozione del Consiglio regionale contro Centrale di Saline Joniche ulteriore tassello”

l'immagine del profilo di NO alla Centrale a Carbone di Saline Joniche (RC)https://www.facebook.com/NO-alla-Centrale-a-Carbone-di-Saline-Joniche-RC-135158633203549/

“Durante la seduta del Consiglio regionale della Calabria del 28 Giugno 2016 è stata approvata all’unanimità la mozione n. 123/10^ sulla Centrale a Carbone di Saline Joniche, presentata dal consigliere Arturo Bova, accogliendo l’appello del Coordinamento Associazioni Area Grecanica No Carbone all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato.

Con la mozione si è chiesto venga adottata una Deliberazione in cui la Regione Calabria confermi il diniego alla costruzione della centrale a carbone ed indichi proposte ecosostenibili compatibili con la vocazione turistica e agricola dell’area.Durante la discussione in aula è intervenuta l’assessore Antonella Rizzo che ha sottolineato la necessità di concertare con le realtà associative e produttive del territorio una nuova destinazione d’uso dell’area.

Con questa delibera la Regione Calabria conferma “il dissenso della Regione Calabria alla costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche, anche in assenza di esplicita richiesta del Ministero, con provvedimento motivato”s’impegna ad indicare “proposte alternative di destinazione dell’area interessata” ed a “costituire inoltre una task force che includa tutte le “sensibilità ” espresse anche dal mondo dell’associazionismo, nonché adotti ogni provvedimento ritenuto utile e conducente al fine di scongiurare il pericolo della costruzione della centrale a carbone e sostenere per quell’area una destinazione d’uso coerente con quelle che sono le vocazioni del territorio.”

In tutti questi anni, nonostante il Piano Energetico Ambientale Regionale vietasse la realizzazione sul territorio regionale di centrali termoelettriche alimentate a carbone, nonostante le ripetute deliberazionidella Regione Calabria, sia a guida centro-destra che centro-sinistra, ed i diversi progetti presentati per il recupero dell’area, la SEI ha potuto proseguire, imperterrita, l’iter per l’approvazione del suo scellerato progetto.

Questa situazione ha messo in evidenza tutti i limiti delle vecchie politiche fondate sui proclami e non sui fatti.

La violazione della vocazione ambientale, territoriale, del paesaggio con la presenza degli impianti industriali della “Liquichimica” ha sconvolto l’assetto territoriale della zona, rovinando uno dei tratti più belli della costa ionica calabrese che deve essere recuperato.

Da questa consapevolezza nasce la richiesta presentata dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica -No Carbone alla Regione Calabria in cui si è chiesto l’attivazione di un procedimento volto a far ripartire dell’itera utorizzativo, allo stato “interrotto” ( per come definito dalla sentenza del Consiglio di Stato) e che, se riattivato e portato a termine con le attuali normative non potrà che portare ad una reiezione della domanda di autorizzazione ancora pendente presso il Ministero dello Sviluppo Economico, in aderenza alle delibere del Consiglio Regionale della Calabria che hanno sempre sostenuto la volontà della Regione alla negazione dell’intesa all’autorizzazione di che trattasi.

Un ulteriore tassello è stato aggiunto a questo laborioso puzzle che ci auguriamo possa essere completato al più presto in accordo con le caratteristiche di quel luogo spazzando definitivamente un’idea di progresso ostile alla straordinaria bellezza paesaggistica e alla grande ricchezza storico-culturale identitaria dell’intera area grecanica calabrese”. E’ il commento delle Coordinamento Associazioni Area Grecanica No Carbone.

Creato Mercoledì, 29 Giugno 2016 15:51

 

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/113922-il-coordinamento-associazioni-area-grecanica-no-carbone-mozione-contro-centrale-di-saline-joniche-ulteriore-tassello

REGGIO CALABRIA, NO CARBONE, 23 GIUGNO: NOI SIAMO PAOLO, NOEMI, DOMENICO

Il Comitato area grecanica: “Il 23 giugno la terza udienza del processo intentato da Sei contro libertà di espressione”

Si terrà martedi 23 giugno alle ore 9:00 presso il Tribunale di Reggio Calabria, la terza udienza del processo intentato dalla società SEI S.p.a., formata da Gruppo Repower (57,5%), del Gruppo Hera (20%), da Foster Wheeler Italiana S.r.l. (15%) e da Apri Sviluppo S.p.A. (7,5%), contro Noemi Evoli e Paolo Catanoso del Coordinamento Associazioni Area Grecanica, difesi dagli Avv. Angiolino Palermo e Angela De Tommasi, e Domenico Larosa del Movimento Difesa Ambientale, difeso dagli Avv. Antonino De Pace e Mario Zema.

La SEI S.p.a., attraverso il suo legale rappresentate Fabio Bocchiola, e difesa dagli Avv. Alberto Panuccio, Renato Vitetta e Luca Zampano, il 2 maggio dello scorso anno citò in giudizio gli attivisti no carbone chiedendo loro un maxi risarcimento di 4 milioni di euro per un presunto danno d’immagine arrecato alla società che vorrebbe costruire una centrale a carbone nell’area ex liquichimica di Saline Joniche.

“A finire sotto accusa – afferma il Coordinamento Associazioni Area Grecanica – è stata l’azione di contrasto al progetto SEI svolta nel corso di questi anni dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica, di cui Evoli e Catanoso sono membri, attraverso la diffusione di alcuni comunicati stampa e locandine dal chiaro contenuto satirico, tesa a dimostrare la nocività e gli effetti negativi che la costruzione di una centrale a carbone avrebbero causato su tutta l’area.

Numerosi sono stati gli attestati di solidarietà e stima ricevuti dalla popolazione, dal mondo associazionistico e dalle istituzioni per quello che da più parti viene ritenuto un atto intimidatorio e tendente alla limitazione della libertà di pensiero.

“Non amiamo chi vuole, in qualsiasi modo, censurare la libertà di espressione” fu il saluto del comandante della Rainbow Warrior di Greenpeace che lo scorso 8 luglio fece tappa a Reggio Calabria per portare sostegno ai nocoke calabresi dopo la realizzazione di una campagna di grandi affissioni con la quale Greenpeace, riproducendo una delle vignette incriminate, sfidò apertamente la SEI a procedere per vie legali. “Il progetto della SEI è uno scempio al territorio e l’ennesima minaccia fossile all’ambiente, al clima e all’economia. Che lo si voglia portare avanti, per giunta, reprimendo il dissenso a suon di minacce è una vera vergogna” furono le parole di Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.

Il caso finirà in Parlamento. Duro l’intervento della deputata calabrese Dalila Nesci “…vorrei che nell’Aula della Camera riflettessimo su quanto la Calabria sia schiacciata dalla violenza del potere: politico, mafioso oppure economico. Il potere impone il silenzio perché teme la libertà di opinione e perfino di satira….”

Dopo la vittoria del ricorso al TAR del Lazio e l’archiviazione della denuncia presentata dall’ex consulente della SEI, Franco D’Acquaro, contro lo stesso Paolo Catanoso portato in Tribunale, anche in questo caso, per quelle parole di informazione e denuncia che il Coordinamento No Carbone ha utilizzato come unica arma per difendere il proprio territorio dalla minaccia di un investimento inutile e dannoso, la battaglia continua ancora per via legali.

Appuntamento dunque per il prossimo 23 giugno al CEDIR di Reggio Calabria. La SEI S.p.A. chiede 4 milioni di euro a Evoli, Catanoso, La Rosa, ma sul banco degli imputati – conclude il Coordinamento – ci saranno tutti coloro che difendono la libertà di espressione e il proprio territorio da chi vuole farne terra di conquista. Ci saremo noi con la forza delle nostre ragioni”.

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/78382-il-comitato-area-grecanica-il-23-giugno-la-terza-udienza-del-processo-intentato-da-sei-contro-liberta-di-espressione

 

 

Fonte:

https://www.facebook.com/135158633203549/photos/a.354914564561287.95855.135158633203549/963438833708854/?type=1&theater

Reggio Calabria – FUORI IL CARBONE DALLA NOSTRA BOLLETTA!

“Dal caso Saline Joniche ad una città metropolitana sostenibile”.
Carissimi, il 9 maggio c/o Sala Calipari di Palazzo Campanella, sede Consiglio Regionale, il Coordinamento Associazioni Area Grecanica ospiterà a Reggio Calabria il Tour “FUORI IL CARBONE DALLA NOSTRA BOLLETTA” della Cooperativa Retenergie per un nuovo modello di gestione collettiva del BENE COMUNE ENERGIA. Energia rinnovabile prodotta da impianti costruiti attraverso l’azionariato popolare e venduta ai soci insieme alla fornitura di servizi quali analisi e riqualificazione energetica, gestione gruppi acquisto, cambio fornitore di energia.
Guardiamo dunque al presente e futuro della nostra area non solo presentando alla collettività questa fantastica esperienza, ma ripartendo dalle numerose idee progettuali proposte negli anni per l’area dell’ex-liquichimica.

VI ASPETTIAMO!!!!

Reggio Calabria – FUORI IL CARBONE DALLA NOSTRA BOLLETTA!

Sabato alle 16.30

Sala Calipari di Palazzo Campanella, via Portanova, Reggio Calabria

Fonte:

IL TAR BLOCCA IL PROGETTO DELLA CENTRALE A CARBONE DI SALINE JONICHE: ESULTANO GLI AMBIENTALISTI

salineionicheLa centrale a carbone di Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, “non si farà perché l’iter autorizzativo era viziato da evidenti irregolarità e forzature”. Lo dicono le associazioni ambientaliste riferendo della decisione del Tar del Lazio che ha accettato “il ricorso contro il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri e la valutazione d’impatto ambientale”.

“Una grande vittoria contro un progetto sbagliato, ormai fuori dal contesto energetico nazionale – dicono le associazioni – il Ministero dello Sviluppo economico prenda atto di questa sentenza e chiuda con un ‘no’ definitivo la conferenza dei servizi con il diniego a un progetto che ha alcun senso”. Per Legambiente, Greenpeace, Wwf “la proposta di centrale a Saline Joniche rispondeva a una visione vecchia e ormai superata della politica energetica italiana. Un impianto del genere non solo sarebbe stato molto dannoso per il clima, per l’ambiente, per la salute e per le comunità locali” ma “oggi sarebbe anche inutile”. Infine il Tar del Lazio afferma «”la necessità di dare ascolto anche alle popolazioni locali, alle istanze della società civile volte alla tutela del paesaggio e del territorio, alle realtà produttive locali”

Il ricorso era stato presentato a fine novembre 2012 da Legambiente, Greenpeace, Wwf, Lipu, e poi unificato a quello della Regione e di altre associazioni nazionali e locali.

“Il TAR del Lazio ci ha dato ragione: la centrale a carbone a Saline Joniche non s’ha da fare. La notizia che da tanto tempo aspettavamo è finalmente arrivata: il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (sezione seconda quater), ha accolto i ricorsi presentati dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica – No al carbone, dalla Regione Calabria e dai comuni di Montebello e Condofuri e dalle Associazioni Ambientaliste Nazionali, annullando così i provvedimenti impugnati. Il ricorso firmato per il Coordinamento Associazioni Area Grecanica da Italia Nostra Onlus sez. Reggio Calabria, C.A.I. Aspromonte di Reggio Calabria, Consorzio di tutela del bergamotto , Associazione “Mondo verde club”, Associazione “Eureka” di Lazzaro, Associazione culturale “I Fossatesi nel Mondo”, Associazione culturale “Nemesis” e Associazione “Pro Pentedattilo” chiedeva l’annullamento della Valutazione d’Impatto Ambientale e del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2012. Una grande vittoria per l’area grecanica e per la Calabria tutta, una vittoria di Davide contro Golia” afferma il Coordinamento Associazioni Area Grecanica – No carbone.

 

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/68141-il-tar-blocca-il-progetto-della-centrale-a-carbone-di-saline-joniche-esultano-gli-ambientalisti

 

Diatriba Sei – Coordinamento Associazioni Area Grecanica: quando una vignetta costa quattro milioni di euro

Seivignettadi William D’Alessandro – Facile accostamento, di questi, tempi, quando si parla di libertà di espressione a mezzo – vignetta satirica, e ancor piu’ facile e scontato intepretare la risposta da chi si sente parte offesa.
Oggi, nella torre 3 del Ce.Di.R., nell’aula al pian terreno del Tribunale di Reggio Calabria, si è svolta alle ore 9.30 una nuova udienza relativa alla vicenda delle vignette satiriche pubblicate dalCoordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica , impugnate dalla S.E.I., che si dichiara parte lesa avendo constatato in esse un messaggio fuorviante e che ne diffama, secondo i propri legali, l’attività posta in essere per la costruzione della Centrale a carbone nel sito dell’ ex Liquichimica di Saline Joniche.
Il 28 aprile dello scorso anno infatti, per mano del proprio Amministratore Delegato Fabio Bocchida, la società ( una S.p.a di cui i principali azionisti sono il gruppo svizzero Repower A.G., il gruppo HERA, la Foster Wheeler Italiana SRL e la APRI Sviluppo S.P.A.) ha citato per diffamazione a mezzo stampa l’associazione ” Area Grecanica: No al Carbone” nelle persone fisiche di Toscano Giuseppe, Catanoso Paolo ed Evoli Noemi, e la M.D.A nella persona del professor Domenico La Rosa, richiedendo un risarcimento di ben quattro milioni di euro.
In seguito la M.D.A., “…constatando l’inconsistenza ed il tono minaccioso delle accuse della S.E.I.”, ha denunciato penalmente la società per ” delitto politico” ( art. 294 C.P.).
In sede di conciliazione la S.E.I., ha proposto di ritirare la citazione se gli imputati avessero dichiarato di “aver esagerato nelle critiche”.
La contro-proposta del prof. La Rosa è stata volutamente ironica e tagliente, proponendo di recedere dal giudizio civile e a rimettere la querela in caso di erogazione da parte della SEI di 4 milioni di euro per danni morali, cosa che la spa non ha accettato.
Mediazione invece accettata da un componente dell’associazione “Area Grecanica: No al Carbone”, Toscano Giuseppe. Gli altri imputati sono regolarmente presenti in aula.
SeiVignetta2Il giudice Plutino, dopo aver coordinato il deposito del verbale di mediazione, ha ascoltato il parere delle parti in causa, e se da un lato la SEI si rimette al giudizio, il prof. La Rosa intrepidamente faceva valere ancor piu’ le sue ragioni documentando il giudice sulle sue intenzioni e sulle motivazioni che stanno dietro alla non accettazione del compromesso.
Per mezzo di un volantino diffuso dallo stesso, leggiamo che : “Io non ho accettato la mediazione perche avrei dichiarato il falso, ho sempre informato correttamente la gente sul progetto SEI, però devo confessare, che data la fuorviante e minacciosa propaganda SEI e la favola del carbone detto “pulito”, ho sottostimato di molto la malefica quantita’ di emissioni ( ceneri – fumi) giornalieri della centrale. Tali emissioni, nell’ Istruttoria, sono piu’ di 36 t./g.” .
Il giudice ha fissato una nuova udienza giorno 23 giugno, la speranza è che prevalga il buon senso, per il bene dello sviluppo, per il bene della natura, per la crescita intellettuale, per la nostra terra tutta, dettando un modus operandi anche per il futuro , dove la Calabria non vuole essere la solita protagonista di promesse non mantenute, soldi buttati, sicurezza inesistente e progetti volti allo sfruttamento economico della natura non badando ai danni ad essa procurati.
Dopo i ” no” forti delle comunità limitrofe,il pronunciamento della Corte Costituzionale che rimette la decisione alla Calabria e la risposta negativa di Oliviero, le battaglie intraprese da Comuni, Comitati e diverse interrogazioni parlamentari, il Governo ha rimesso la decisione ad una Conferenza dei Servizi da tenersi a Roma, ipotesi che potrebbe radere al suolo qualsiasi altro parere,opinione, ragione, posta in essere negli anni passati. E tutto questo è abbastanza avvilente, visto con occhio democratico.


 

PROCESSO ATTIVISTI NO CARBONE: SIAMO TUTTI CITATI, SIAMO TUTTI NO CARBONE

 

Il 30 settembre presso il Tribunale di Reggio Calabria si terrà la prima udienza del processo contro i 4 cittadini attivisti no carbone, Paolo Catanoso, Noemi Evoli, Giuseppe Toscano, Domenico La Rosa, citati in giudizio dalla SEI S.p.A. per aver diffuso vignette satiriche, comunicati stampa, volantini, ecc., ritenuti lesivi per la sua immagine.
Ci ritroveremo accanto ai nostri amici alle ore 9:00 presso il Piazzale CEDIR di Reggio Calabria.

SIAMO TUTTI CITATI, SIAMO TUTTI NO CARBONE

Non sono assolutamente gradite bandiere e simboli di partito, passerelle pre elettorali, diffusioni di “santini”, ecc ecc ecc.

Coordinamento Associazioni Area Grecanica

 

 

Fonte:

https://www.facebook.com/events/342815829213873/